20 Aprile 2024

.......a Monaci e Parrini sintitici a Missa e... stuccaticci li rini (Petru Fudduni)

Si cunta e si ricunta che Petru Fudduni,celebre poeta popolare palermitano vissuto nel XVII secolo, pur essendo un cattolico credente, raramente si vedeva in chiesa ad assistere alle funzioni religiose in quanto i preti lo irritavano e infatti, era solito ripetere:
...... "A monaci e parrini, sintitici a missa e stuccatici li rini!".

Malgrado ciò, un rapporto di sincera cordialità lo legava al Parroco della chiesa del suo quartiere, certo Patri Nuofriu. Da tanti anni Patri Nuofriu era intento a tradurre in latino la "Divina Commedia", che si proponeva di pubblicare; lavoro che effettuava la sera con particolare devozione. L´unica compagnia dei suoi studi notturni era il fedele gatto che aveva con pazienza ammaestrato a tenere tra le zampe una candela accesa.

Una sera Petru Fudduni, trovandosi a passare dalla casa del prete, notò il comportamento piuttosto strano e contro natura dell´animale. Il parroco, orgoglioso dei risultati ottenuti col gatto, disse : "U Viriti, Caru Petru Fudduni, , la scienza fa veru miraculi, contru li stritti reguli ra natura, ca sinni fottino dilla ntilligenza dell´uomo."

"Mpossibili, Mpossibili!" - replicò all´istante Petru Fudduni- "...a natura non potrà mai essere vutata, e a scienza s´illude di potilla dominari, picchì a forza ra natura è invincibili, e... : ....."quannu la forza cullà ragion cuntrasta, a forza vinci e... a ragiuni nun ci abbasta!". Da qui ne nacque un´accesa discussione che si placò solo con la promessa, da parte di Petru Fudduni, della prova inversa che avrebbe fornito il giorno appresso. E così, la sera successiva, il poeta si ripresentò a casa di Patri Nuofriu e si sedette attorno al tavolo, assistendo alla stessa scena del giorno innanzi; il gatto serafico non si distraeva affatto e svolgeva la consueta funzione di "candeliere", dando sempre maggiore prova al suo padrone della sua incontestabile teoria: "la natura dapprima si domina e quindi si sottomette". E mentre l´ingenuo parroco era intento a scrivere, Fudduni, non visto, uscì dalla tasca della giacca un topolino che si era portato appresso e che si teneva stretto nel pugno, liberandolo al bordo del tavolo.

Il gatto, alla vista del topo, lasciò andare per aria la candela per corrergli dietro, con grande disappunto di Patri Nuofriu. E Petru Fudduni, con un ghigno sulle labbra......: ."Sempri ´a natura è chidda ca vinci!" !!! Patri Nuofriu, punto nell´orgoglio, pur non avendo tanta voglia di contestare, si limitò a dire: "Picchì un pigghi mugghieri e lassi in paci li boni cristiani?".... e Petru: "Picchì a fimmina è comu a atta: cchiù l´allisci e cchiossai ti gratta!" E mentre stava per andarsene, se ne uscì, con un´altra delle sue proverbiali frasi: "Marìtati, marìtati ca mmentri avìvi un pinseri sulu ....... ti nnì isti a mettiri tanti". "Beddi cunsigghi ca si dannu all´amici!". Poi, tirandosi dietro l´uscio: "Stativi in bona saluti, patri Nuofriu." ......e tra sé e sé : " Monaci e Parrini....sintiticci a Missa e stuccaticci li rini ! "-
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