19 Luglio 2025

Aria condizionata e malanni estivi: esiste davvero un legame?

Quante volte ci è capitato di sentire i nostri genitori, i nonni o i vicini dire frasi come: “Non accendere l’aria condizionata, che poi ti viene il raffreddore!” Ma è davvero così? E’ solo una leggenda metropolitana o ci sono dietro delle basi scientifiche?

COSA DICE LA SCIENZA - I classici mal di gola, raffreddori e sinusiti non sono causati direttamente dall’aria condizionata, ma da microrganismi patogeni quali virus e batteri. Questi si trasmettono attraverso il contatto con persone infette o superfici contaminate, oppure possono accumularsi nei filtri dei condizionatori e diffondersi nell’ambiente. Alcuni di questi microrganismi, inoltre, sono già presenti nel nostro organismo e vengono “risvegliati” in particolari condizioni.

Ma allora, come mai ci si ammala dopo essere stati esposti all’aria condizionata? Nei periodi più caldi, si tende a rifugiarsi in ambienti chiusi e climatizzati per cercare sollievo dal caldo. Ambienti, spesso affollati, in cui il rischio di trasmissione e contagio da virus e batteri aumenta notevolmente a causa della vicinanza tra le persone, favorendo la diffusione delle malattie. Alcune temperature, inoltre, provocano uno stress indebolendo il sistema immunitario, “risvegliando” virus latenti o batteri commensali già presenti nel nostro organismo. È il caso del virus herpes simplex, che può rimanere silente nei gangli nervosi e riattivarsi in specifiche circostanze. In ogni caso, sono sempre i microrganismi i veri responsabili delle infezioni.

Ma quindi l’aria condizionata è solo un capro espiatorio? Anche se non è la causa diretta delle malattie da aria condizionata, uno scorretto utilizzo e un’insufficiente manutenzione contribuiscono a creare condizioni favorevoli all’insorgenza di malesseri.

Uno dei fattori più problematici è rappresentato degli sbalzi temici. Per adattarsi ai cambiamenti, infatti, il nostro corpo necessita di tempo e di energie. Passare bruscamente da un ambiente estremamente caldo ad uno “refrigerato” genera uno stress per l’organismo, compromettendo il sistema di temoregolazione, alterandone dunque l’equilibrio e riducendo temporaneamente la sua capacità naturale di difesa.

In queste condizioni, le mucose delle vie respiratorie possono seccarsi o infiammarsi, diventando più vulnerabili all’attacco di microrganismi già presenti nell’ambiente.

Ad esempio, le ciglia presenti nella mucosa nasale, addette ad intrappolare e allontanare polveri, virus e batteri, tendono a irrigidirsi con il freddo. Quando ciò accade, non riescono più a svolgere efficacemente la loro funzione di “filtro”, permettendo così a questi microrganismi di oltrepassare le prime barriere di difesa e penetrare più facilmente nell’organismo.

Un altro aspetto spesso trascurato riguarda la secchezza dell’aria. Il funzionamento del condizionatore abbassa inevitabilmente il livello di umidità dell’ambiente. L’aria troppo secca può irritare le mucose nasali e la gola, causando bruciore, tosse secca e una generale sensazione di fastidio respiratorio. Anche gli occhi possono risentirne, con bruciore e secchezza oculare che peggiorano se si lavora molte ore davanti a uno schermo in ambienti climatizzati.

L’aria troppo secca, inoltre, può contribuire alla disidratazione. Quando siamo al fresco, tendiamo a non percepire lo stimolo della sete, ma è proprio in quell’ambiente che il corpo necessita di una maggiore idratazione. Anche semplicemente respirando quell’aria asciutta, perdiamo liquidi senza rendercene conto, e ciò può peggiorare eventuali sintomi legati alla secchezza delle mucose.

A ciò si aggiunge un fattore spesso sottovalutato, ma decisivo per la salute: la manutenzione dell’impianto. I filtri dell’aria condizionata, se non vengono puliti e igienizzati regolarmente, possono diventare veri e propri ricettacoli di polveri, pollini, batteri, muffe e allergeni. In alcuni casi, la cattiva manutenzione può perfino portare alla proliferazione di patogeni pericolosi, come il batterio della Legionella, responsabile di infezioni polmonari gravi, specialmente negli impianti centralizzati o industriali. Inoltre, l’accumulo di sporco nei filtri contribuisce a diffondere aria viziata, aumentando il rischio di reazioni allergiche, stanchezza cronica, mal di testa e la cosiddetta "sindrome dell’edificio malato", che colpisce chi lavora in ambienti chiusi con aria condizionata mal gestita.

Ma quindi l’aria condizionata è un nemico? No, se usata con criterio, può essere un alleato prezioso nei mesi più caldi, migliorando il comfort e persino la qualità del sonno, soprattutto per le persone più vulnerabili (anziani, persone immunodepresse). È quindi importante adottare alcuni semplici accorgimenti per utilizzare l’aria condizionata nel modo più corretto possibile.

Come usare l’aria condizionata correttamente?

- E’ bene impostare la temperatura tra i 24°C e i 26°C, evitando sbalzi superiori a 6-7°C

- Pulire regolarmente i filtri del climatizzatore

- Non puntare il flusso d’aria direttamente su persone, letti o scrivanie

- Mantenere un livello di umidità tra il 40% e il 60%( usare un umidificatore se necessario)

- Aerare gli ambienti, aprendo le finestre ogni tanto, anche con il condizionatore acceso.

- Bere con regolarità

CURIOSITA’ - Non sempre entrare in contatto con un virus è sufficiente per sviluppare un’infezione. Alla base, infatti, esiste una predisposizione individuale, legata a variazioni genetiche del DNA, che può rendere una persona più resistente o più suscettibile all’infezione.

È anche questo il motivo per cui a parità di esposizione allo stesso agente patogeno, alcune persone sviluppano sintomi lievi, mentre altre manifestano una sintomatologia più severa.

IN CONCLUSIONE - L’ aria condizionata può essere una risorsa preziosa per affrontare le alte temperature estive, a patto che venga utilizzata con criterio. Un uso poco attento, infatti, può trasformarla in un veicolo per la diffusione di virus e batteri, favorendo l’insorgenza di disturbi come raffreddore, mal di gola e sinusite.


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