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Precari dei Comuni, brusca frenata alle stabilizzazioni: Solo 1.500 posti per quindicimila precari.

10-05-2016 13:49 - News Sicilia
«I precari dei Comuni sono quasi 15 mila. Ma noi abbiamo fatto un calcolo da cui risulta che i posti utili per le stabilizzazioni sono mille, forse 1.500. Davanti a noi ci sono scogli enormi e al momento è prevedibile che si debba fermare le stabilizzazioni e che siano a rischio anche le proroghe»: questo dirà stamani l´assessore regionale agli Enti Locali, Luisa Lantieri.

Parlerà, l´assessore, a sindaci e sindacati (in particolare gli autonomi del Movimento giovani lavoratori) riuniti all´Ars in sala rossa. Da giorni l´assessore sta provando a coinvolgere il governo nazionale per affrontare l´emergenza-lavoro. Ma finora il dialogo avviato col sottosegretario alla Funzione Pubblica Angelo Rughetti non ha dato gli esiti sperati a Palermo. E per questo motivo oggi la Lantieri metterà sindaci e sindacati davanti alla realtà:

«Le stabilizzazioni sono impossibili per i Comuni in dissesto e ovviamente per quelli che non hanno soldi da investire in questi piani. Inoltre servirebbero pensionamenti e altre condizioni che oggettivamente non ci sono. Numeri alla mano, possiamo contare solo su mille posti, forse 1.500». La Lantieri mette sul tappeto anche il problema proroghe: «In queste condizioni saremo costretti a fermare le stabilizzazioni, che l´ultima legge nazionale ha previsto venissero completate entro il 2018. Il problema è che se si fermano le stabilizzazioni viene meno il presupposto per le proroghe. Queste sono possibili solo in vista di future stabilizzazioni...».

Gli ultimi contratti scadono il 31 dicembre e se la via tenica per au torizzare le proroghe non arriverà subito, la Regione prevede di non essere in grado di gestire l´emergenza. Rughetti avrebbe suggerito all´assessore di individuare subito varie soluzioni da portare poi a un tavolo di confronto a Roma, E per questo motivo in tutta fretta la Lantieri ha costituito una cabina di regia sul precariato negli enti locali con l´Anci (l´associazione dei sindaci) e i sindacati.

Tuttavia rispetto ai temi già sul tappeto la situazione rischia di complicarsi: «Anche quei pochi posti su cui possiamo contare per le stabilizzazioni - aggiunge la Lantieri - rischiano di svanire se dovremo trasferire nei Comuni i dipendenti delle ex Province». Qui la situazione si incastra con la legge nazionale che ha soppresso le Province e con quella regionale che ha dato vita ai Liberi Consorzi. La prima ha previsto che funzioni e personale passino ai Comuni. In Sicilia ciò è stato finora impedito proprio per salvare i posti dei precari. Ma i dipendenti delle Province (a tempo indeterminato e determinato) sono circa 6 mila e se - come probabile - lo Stato non finanzierà i Liberi Consorzi la Regione potrebbe essere costretta a spostare almeno una parte del personale nei Comuni.

«Poiché non abbiamo neanche un dato ufficiale aggiornato sul personale delle Province - ammette la Lantieri - ho chiesto di elaborarlo. Ma il problema re sta lo stesso perché se non sono seimila, a] massimo sono 4.400 come dicono i sindacati. E dobbiamo trovare i fondi per questi dipendenti, sapendo che la Regione non può farsene carico». Lo Stato ha trasferito i dipendenti delle Province nei Comuni: a livello nazionale resta da trovar e un posto solo agli ultimi 1.200.

In Sicilia invece fra precari dei Comuni e dipendenti delle ex Province servirebbero circa 21 mila posti. Almeno una parte dei quali potrebbe essere ricavata nelle tré Città Metropolitane di Palermo, Catania e Messina: le uniche che Roma è disposta a finanziaria se la Regione non porterà avanti la propria riforma (ne leggete a pagina 5).

La situazione è molto tesa e i sindacati sono in stato di allerta: «Sappiamo che la situazione è complicata - commenta Massimo Bontempo, leader del Mgl - e per questo chiediamo al governo e ai sindaci garanzie. Prendano impegni seri e chiariscano che rapporto deve esserci fra noi e i dipendenti delle ex Province. Altrimenti noi siamo pronti alla battaglia».

Nel frattempo sindaci e Regione devono anche risolvere il problema dell´approvazione dei bilanci 2016. Il termine, 30 aprile, è scaduto senza che i Comuni approvassero nulla (causa mancanza di finanziamenti). Da Roma non è ancora stata autorizzata la proroga del termine. E in queste condizioni la Regione è stata costretta ad informare i sindaci che dovrà procedere al commissariamento ad acta entro 5 giorni.


Fonte: Giornale di Sicilia - Giacinto Pipitone
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