27 Aprile 2024
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Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice

Sicilia2022: Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice presentano l'Assemblea Amministratori 'Sicilia Vera'. A Taormina il primo convegno.

16-09-2021 09:55 - News MESSINA e PROVINCIA
"Un preavviso di sfratto cui l''onorevole Micciché può rispondere battendo un colpo da Presidente del Parlamento, che agisce a tutela di tutti i cittadini, di tutti i territori e soprattutto a tutela della dignità e del lavoro del Parlamento. Un preavviso che, in assenza di segnali concreti non potrà che diventare un avviso di sfratto."

Così Cateno De Luca definisce il documento consegnato oggi al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana relativo a quella che ha definito " 'la vertenza Messina', che potrebbe però benissimo essere una 'vertenza Catania' o una 'vertenza Palermo', visto che il 90% dei problemi accumuna le grandi e le piccole città e comunità ed è legato alla mancata attuazione delle leggi e ai comportamenti del Governo regionale."

E' questo uno dei passaggi della conferenza stampa che il Sindaco di Messina e fondatore di Sicilia Vera ha tenuto oggi all'ARS con Danilo Lo Giudice, deputato regionale dello stesso movimento e sindaco a sua volta di Santa Teresa Riva, nel corso della quale, annunciando l'Assemblea degli amministratori del movimento politico, ha anche lanciato "la fase di organizzazione ed il percorso in vista delle elezioni regionali del 2022".

De Luca ha sottolineato di essere "già candidato alla Presidenza e di esserlo da tempo con un percorso, anche legato a scadenze istituzionali, che prevede le dimissioni da sindaco di Messina a febbraio."

"Non mi interessa fare politica fine a se stessa - ha detto De Luca - ma portare a Palazzo d'Orleans la mia esperienza che è quella delle azioni concrete da amministratore pubblico. Un progetto rispetto al quale non ho preclusioni di sorta verso alcuno, ma che sarà basato su un decalogo di metodo e di intenti, che al primo punto avrà l'assoluta incompatibilità con le esperienze di governo di Crocetta e Musumeci: nessuno degli assessori di questi governi potrà avere spazio nella mia squadra."

Proprio rispetto a Musumeci, De Luca ha chiesto "scusa ai siciliani per averne supportato l'elezione, una vera sciagura per la nostra terra, ma ora - ha aggiunto - non sarà consentito a chi ha determinato lo sfascio di tornare sul luogo del delitto, a partire dall'Assessore Armao Meravigliao, artefice dell'attuale disastrosa situazione del bilancio certificata dall'assenza del consuntivo 2019 e 2020 e ancor più colpevole per la mancata applicazione delle norme sull'utilizzo dei fondi POC e per la totale assenza di programmazione della spesa."

Infine, da De Luca quella che appare una sfida al Governatore Musumeci e ai suoi assessori: "nei due giorni di dibattito che Sicilia Vera con Danilo Lo Giudice sta organizzando a Taormina parleremo di temi fondamentali non solo per l'attualità ma soprattutto per il futuro della Sicilia, dalla spesa comunitaria agli enti locali, dal rapporto con Roma alla programmazione. Su questi temi abbiamo costruito un dialogo e un momento di confronto con quasi tutto l'arco costituzionale, ma guarda caso fino ad ora non hanno accettato l'invito solo gli Assessori di Musumeci."

Da qui l'invito esplicito "agli Assessori Baglieri, Armao e Zambuto, e perché no allo stesso Presidente Musumeci, perché vengano a confrontarsi con gli oltre 250 amministratori di Sicilia Vera e a parlare dei problemi reali dei Comuni, che sono poi i problemi reali dei cittadini."

Si terrà a Taormina l'1 e il 2 ottobre l'Assemblea degli amministratori del movimento Sicilia Vera, fondato da Cateno De Luca.

Ad annunciarlo, in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni assieme a De Luca, il deputato regionale Danilo Lo Giudice.

All'appuntamento, che si articolerà in tavoli tematici, parteciperanno esponenti di maggioranza e opposizione, tra cui il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri, il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè, il presidente dell'Antimafia Claudio Fava e il senatore di Iv Davide Faraone.

"Oggi la Sicilia merita di più, merita di essere amministrata: il nostro obiettivo è di stimolare le coscienze, spesso si parla di poltrone e non di temi. Io sono stato eletto nella maggioranza e dall'inizio della legislatura c'è stato soltanto una riunione di maggioranza", ha detto Lo Giudice.



Di seguito il contenuto della nota "vertenza Messina" notificata al Presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè:

"On.le Presidente,
il 26 Giugno 2018 con il mio insediamento a Sindaco della Città di Messina si è avviato un profondo cambiamento nella gestione amministrativa e burocratica dell’Ente, un cambio di mentalità ed approccio reso possibile attraverso l’applicazione di metodologie di lavoro fondate su obiettivi e performance.
Ho ereditato un comune che era sull’orlo del dissesto finanziario con oltre 440 milioni di euro di debiti accumulati, ultimo in Italia per capacità di spesa con una percentuale pari allo 0,12% con il conseguente rischio di revoca di tutti i finanziamenti assegnati.

In soli 3 anni ho scongiurato il dissesto finanziario centrando tutte le previsioni del piano di riequilibrio finanziario pluriennale rimodulato, ho raggiunto la soglia del 85% di abbattimento della massa debitoria, registriamo un costante e consolidato incremento dei livelli di spesa certificati dell’Agenzia di Coesione che attestano il comune di Messina il primo in Italia per performance di spesa dei fondi PON METRO e Patto Città di Messina e, grazie ad una continua e costante azione per l’ottenimento di nuovi finanziamenti, siamo riusciti ad ottenere in 3 anni oltre un miliardo di euro per investimenti su opere pubbliche, servizi e forniture.

Oggi dopo tre anni di amministrazione Le posso confermare ciò che a me appare ormai evidente da tempo: la nostra efficienza e velocità si scontra quotidianamente con una diffusa miopia politica del governo regionale e con le resistenze ed inefficienze della burocrazia regionale inutilmente compulsata da costanti sforzi compiuti di dialogo e interazione con il governo regionale che si sono rivelati ad oggi vani ed infruttuosi.
Stare in trincea con la Regione Siciliana che tira il freno a mano mentre il Comune di Messina corre veloce è offensivo per la mia comunità e per i sacrifici sinora compiuti.

Di seguito è indispensabile che anche Lei pubblicamente prenda atto con maggiore contezza delle omissioni, ritardi e silenzi del governo regionale e dei vari Dipartimenti della Regione Siciliana sui procedimenti amministrativi in cui è parte il Comune di Messina e/o la Città Metropolitana.
Allegato alla presente, pertanto, Le trasmetto l’elenco Omissioni e Ritardi della Regione Siciliana dal Tomo V del Resoconto del Sindaco del Comune di Messina 2021 relativi a procedimenti che comprovano l’incapacità organizzativa, la scarsa razionalità delle procedure, le resistenze a oltranza a tutela di interessi dei poteri, l’incapacità degli stessi vertici politico-istituzionali degli Assessorati di mettere ordine alle competenze e alle procedure senza semplificarle con l’inevitabile corollario di creare incertezza nei rapporti tra Enti e sui tempi di conclusione degli stessi.

Tali inefficienze della burocrazia regionale e della politica regionale hanno come effetto quello di frenare un’amministrazione come Messina che ha come obiettivo il virtuosismo nella spesa e rappresentano vere e proprie ragnatele artatamente create per mantenere tutto immutato e nulla cambiare magari solo per una atavica incapacità nel decidere.

Nell’elenco suddiviso per materia sono indicati i singoli procedimenti “impantanati” o insabbiati nei Dipartimenti con la indicazione puntuale di normative disattese che si caratterizzano dal serbato silenzio del governo della Regione siciliana.

In premessa alla anzidetta elencazione è utile rammentarle altresì il contenuto integrale dell’art. 99 della L.R. di stabilità n. 8 del 2018 approvata dal Parlamento in data 08.05.2018 e passata al vaglio della Corte Costituzionale che si è pronunciata con la sentenza n. 62 del 10.04.2020 nella quale la Corte ha giudicato infondata la questione di legittimità posta dal Governo nazionale nell'impugnativa. La Legge di stabilità prevedeva che il governo regionale, entro novanta giorni dalla sua entrata in vigore, avviasse le procedure per finanziare interventi a favore dei comuni siciliani mediante la modifica dei programmi operativi di attuazione della spesa dei fondi strutturali europei e dei fondi nazionali di coesione. Nulla, purtroppo, dopo più di tre anni è accaduto. Gli impegni assunti nei confronti di tutto il territorio siciliano con la predetta Legge di Stabilità del 2018 votata dal Parlamento dal Lei presieduto sono stati disattesi dal governo regionale.
Ritengo che un Suo pronto interessamento presso i vertici politico-istituzionali degli Assessorati rispettivamente competenti oltre che presso i singoli Dipartimenti interessati si renda oggi necessario.

In attesa di Suo Riscontro l’occasione mi è gradita per inviarLe i miei più cordiali saluti."



Fonte: Redazione
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