29 Marzo 2024

"Il vivo magistero di Giovanni Paolo II" il libro di Domenico Bonvegna

Da qualche settimana è uscito un agile volumetto pubblicato dalla Fondazione Thule Cultura (fondazionethulecultura@gmail.com) di Palermo sul Papa polacco, “Giovanni Paolo II e il suo vivo magistero”, una pubblicazione di appena ottanta pagine, autore Domenico Bonvegna, un appassionato cultore di storia, studioso e ricercatore. Il testo é prefato dal professore Alberto Maira, reggente regionale di Alleanza Cattolica per la Sicilia. E’ un lavoro, scrive Maira “frutto di un amore razionale, ma anche ricco di sentimenti profondi per quello che è stato il Papa della nostra vita, ha la caratteristica e il pregio della antologia che permette a quanti volessero un primo approccio con il pensiero e la sensibilità di Karol Wojtyla. Una introduzione generale ad una miracolosa grandezza umana e spirituale”.

L’opera è nata in occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II. L’autore ha inteso rendere omaggio alla grande figura del Pontefice polacco, leggendo e studiando una serie di testi, fornendo così ai lettori un’interessante miscellanea. Bonvegna inizia con un testo originale e singolare, curato da Saverio Gaeta, “50 Parole per il nuovo millennio”, in poche pagine il volumetto riassume tutti i temi che caratterizzano il pontificato di Karol Wojtyla, il dolore, la libertà, la famiglia, la giustizia, pace, la libertà,i giovani e altri. Il 16 ottobre viene eletto Papa, mentre si insedia il 22 ottobre 1978, che poi diventerà il giorno della sua memoria liturgica nella Chiesa. A seguire l’autore presenta il testo di Aldo Maria Valli, “Il mio Karol”, edito da Paoline (2008).
Il giornalista descrive il Papa dei record. Atletico, sportivo, nuotatore, sciatore. I 104 viaggi all’estero, centocinquanta visite pastorali in Italia, 317 visite nelle parrocchie romane. Un Papa che si sentiva come San Paolo, un Papa viaggiatore, perché prima di tutto, era un missionario. Wojtyla fu un grande comunicatore, ha utilizzato i nuovi strumenti di comunicazione a cominciare dalla televisione. Ha permesso che la tecnologia moderna diventasse uno strumento privilegiato di comunicazione e di evangelizzazione. Aldo Maria Valli essendo giornalista che ha seguito diversi viaggi internazionali del papa, privilegia gli aspetti della comunicazione.

Nel 2° capitolo, il testo tratta “L’Italia di Giovanni Paolo II”. Per affrontare l’argomento Bonvegna ha presentato due testi, il primo di Antonio Scornajenghi, “L’Italia di Giovanni Paolo II”, (San Paolo, 2012), il secondo di Renzo Allegri, saggista e mariologo, “Papa Wojtyla, pellegrino di Maria” Edizioni Medjugorje (2004). Allegri racconta la storia di alcuni santuari mariani, peraltro mete preferite da Giovanni Paolo II.

Nel 3° capitolo è dedicato interamente alla monumentale opera del teologo americano George Weigel, “Testimone della speranza. La vita di Giovanni Paolo II, protagonista del secolo”, Mondadori (1999). Un grande raccolta di informazioni e testimonianze di quasi milletrecento pagine. Bonvegna ci tiene a precisare che ha letto e studiato tutti i libri che raccoglie nella sua anomala antologia di testi sul grande Papa polacco.

Dopo l’elezione del primo papa slavo in assoluto, “Il capo del KGB Yuri Andropov - scrive Weigel - mette in guardia il politburo sovietico sul pericolo che hanno di fronte [...]”. Pericolo che si aggraverà per il sistema comunista quando Wojtyla nel giugno del 1979 tornerà nella sua terra innescando la rivoluzione di coscienza che produrrà il crollo non violento dell’impero sovietico. Per Weigel quello di Wojtyla è un pontificato tra i più importanti dei secoli per la Chiesa e per il mondo.
Alexander Solzenicyn, definì il Pontificato di Wojtyla, come la cosa migliore che ha offerto il secolo XX. Certamente Giovanni Paolo II è “il Papa più visibile della storia”, anzi per il teologo americano si potrebbe dire che è “l’uomo più visibile della storia”. E’ “il paladino, il campione della causa della libertà umana”. Weigel cerca di descrivere anche le caratteristiche “politiche” del Pontefice, che certamente non possono ridursi a quelle categorie politiche risalenti alla Rivoluzione Francese: destra/sinistra, conservatore/progressista. Per Weigel non esistono due Wojtyla: il fondamentalista in materia di dottrina e il socialprogressista su questioni politiche ed economiche. C’è un solo Wojtyla.

Nel 4° capitolo, “Un pontificato diverso, giovane, vigoroso, evangelico”, si dà spazio alla biografia di Giovanni Paolo II del giornalista Andrea Riccardi e a un testo di un giornalista scrittore britannico, O’ Sullivan, “Il Presidente, Il Papa,e il Primo Ministro”, (Pubblicato da I Libri de Il Borghese, 2010).

Nelle pagine dal 5° capitolo all’8° capitolo si sviluppa l’itinerario “politico” del grande Papa del XX° secolo. E’ forse questo l’aspetto che più di ogni altro l’autore vuole evidenziare di Giovanni Paolo II. Si comincia con il primo viaggio in Polonia, giugno 1979: “I nove giorni che cambiarono il mondo”. Bonvegna ha scelto il libro di Stanislao Dziwisz, il segretario del papa, “Una vita con Karol” (Rizzoli, 2007). Mentre l’aereo si avvicinava alla pista di atterraggio, racconta Dziwisz, il papa era teso, emozionato e parlava talmente piano che si faceva fatica a sentirlo.

L’evento era straordinario, si trattava della prima visita di un Papa in un Paese comunista. In un mondo diviso in due, Usa e Urss, che si reggeva di fatto sull’equilibrio del terrore e della paura reciproca di un conflitto nucleare. Il Cremlino aveva fatto di tutto per impedire che Giovanni Paolo II tornasse in Polonia. “Quest’uomo porterà solo guai”, aveva detto Breznev. Furono nove giorni di successo per il Papa, un popolo intero si è raccolto intorno al suo Papa. Un viaggio entusiasmante, un “pellegrinaggio”, che ha toccato i più importanti luoghi della storia della Polonia. Da Gniezno a Cracovia, passando per Czestochowa e le reliquie di san Stanislao.

Certamente il viaggio del Papa in Polonia ha modificato gli assetti geopolitici non solo in Polonia ma dell’intera Europa dell’est. “Giovanni Paolo II aveva vinto una grande battaglia, - scrive Weigel - aveva segnato un punto di non ritorno”. Dopo qualche anno di pontificato era scoppiata la “Rivoluzione dello spirito”, il movimento operaio Solidarnocs di Lech Walesa, comincia la sua battaglia. Wojtyla aveva liberato il suo popolo dalla schiavitù, aprendo la strada a un grande movimento non violento, di autodifesa sociale.
Per questi avvenimenti seguo la biografia di Alain Vircondelet, e poi soprattutto di Bernard Lecomte, “La verità prevarrà sempre sulla menzogna”, col sottotitolo significativo: “Come papa Giovanni Paolo II ha sconfitto il comunismo”, pubblicato da Mursia nel 1992. E’ un racconto che entusiasma ancora, la rivoluzione silenziosa, guidata per certi versi dal papa slavo, “ha sconvolto la Ostpolitik del Vaticano e riportato la speranza a milioni di cattolici polacchi, cechi, ungheresi e ucraini. Non temete, la Verità vincerà!”

Certamente il comunismo in Polonia non è stato sconfitto solo dal Papa, ma grazie anche al contributo di tre uomini: Stefan Wyszynski, il primate di Polonia, Jerzy Turowicz e Adam Michnik. Ma non solo questi bisognerebbe ricordare anche altri, che hanno creato una specie di controsocietà. “La Chiesa aveva già oltrepassato la sfera spirituale, e si adoperava per rispondere alle richieste sociali della società, in particolare degli operai”. Il risultato di tutto questo è che il ritratto del Papa viene appeso ai cancelli dei cantieri “Lenin” in sciopero nel 1980. Vi lascio alla lettura del libro, per seguire i vari passaggi di questa rivoluzione non violenta, che viene affrontata dal più grande studioso di Papa Wojtyla, mi riferisco ancora a George Weigel, con il suo saggio, “L’ultima rivoluzione. La Chiesa della resistenza e il crollo del comunismo”.

Infatti il libro di Weigel si chiede, “Come è potuto accadere che uomini e donne, all’apparenza rassegnati a subire la loro sorte all’interno di un regime totalitario e corrotto, si siano infine ribellati?”. Il teologo americano vuole dimostrare come la Chiesa, un’istituzione religiosa tradizionalmente moderata, conservatrice, abbia contribuito a demolire una delle maggiori roccaforti del totalitarismo ateo del ventesimo secolo.

Continuando a sfogliare l’antologia di testi di Bonvegna il 9° capitolo si occupa del forte impegno di san Giovanni Paolo II per l’Europa. Andrea Riccardi, percepisce il papa polacco come un vero e proprio primate d’Europa. Non solo per i suoi numerosi interventi, “quasi mille” che ha dedicato all’Europa e poi anche per l’esortazione apostolica, “Ecclesia in Europa”. Per questo tema Bonvegna ha utilizzato, i testi, “Memoria e Identità”, del Santo Padre, un bellissimo testo storico, “Sacrum Poloniae Millennium. 966-1966”, pubblicato proprio in occasione dei mille anni della Polonia cattolica, e “Un’altra Europa è possibile”, di monsignor Aldo Giordano e Alberto Campoleoni.

La scheda successiva tratta del rapporto di Giovanni Paolo II con i giovani. “Se sarete quello che dovete essere metterete fuoco in tutto il mondo”, dice il Papa ai giovani, usando la frase di S. Caterina da Siena. Per questo argomento Bonvegna utilizza il testo di monsignor Boccardo, organizzatore delle GMG, insieme al giornalista Renzo Agasso, “Il ‘Mio’ Giovanni Paolo II”. E poi la monumentale opera di don Salvatore Rumeo, “Giovanni Paolo II e i giovani insieme”, uno studio di ben 856 pagine.

Le ultime schede del libro pubblicato dalla Fondazione Thule Cultura affrontano lo spirito missionario sempre presente nel papa polacco, con l’aiuto dell’agile pamphlet di Marco Invernizzi, “San Giovanni Paolo II. Un’introduzione al suo Magistero”, pubblicato da Sugarco (2014). Della singolare intervista di Vittorio Messori al Papa, in “Varcare la soglia della speranza”. Infine, “In difesa della Fede”, di Giovanni Miccoli. In questi testi emerge la Dottrina del Pontificato di Giovanni Paolo II, la nuova evangelizzazione, attraverso lo strumento privilegiato del Catechismo della Chiesa Cattolica.

La morte di Giovanni Paolo II ha segnato in maniera profonda molte persone, per questo quella sera del 2 aprile 2005 molti dissero: “Se ne è andato il mio Papa”. Perché “mio”, risponde la giornalista Cristina Siccardi con la sua biografia, pubblicata dalle Edizioni Paoline. Insieme a questo testo Bonvegna ha letto e proposto in questa antologia, “Le donne secondo Wojtyla. Ventinove chiavi di lettura della ‘Mulieres Dignitatem’”, della compianta giornalista Maria Antonietta Macciocchi. Il testo segnala gli interventi di Régine Pernoud e Armanda Guiducci.

L’antologia di testi critici si conclude con il libro del giovane studioso Daniele Fazio, “In difesa dell’umano. La filosofia di Karol Wojtyla”, si dà spazio all’aspetto filosofico e teologico della poliedrica figura di Giovanni Paolo II. Forse un aspetto trascurato dagli studiosi. La questione antropologica intuita a suo tempo da Wojtyla ora diventa una sfida prioritaria nella nostra società che intende abolire l’umano, la natura dell’uomo, per ricreare una nuova umanità, in odio alla realtà stessa.

Ultimo argomento affrontato dal testo di Bonvegna è il Papa che entra nel “mistero di Fatima”, il 13 maggio 1981, Papa Wojtyla è stato salvato dalla pallottola della pistola dell’attentatore turco. Il Papa doveva morire, ma è rimasto in vita per portare a termine la sua sfida ai regimi totalitari e portare la Chiesa sulla strada della nuova evangelizzazione.

Se il testo di Invernizzi, si presenta già nel titolo come un'introduzione al grande Magistero di Giovanni Paolo II, anche l’agile saggio di Domenico Bonvegna potrebbe essere un ottimo e sintetico strumento per introdurre i giovani, e chi non lo ha conosciuto allo studio del Pontificato di Giovanni Paolo II.



Fonte: di "Domenico Bonvegna"
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