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Taormina. Chiuso il cerchio sulla tentata rapina del 1° ottobre.

13-02-2016 15:30 - Cronaca
Non erano soli i due rapinatori che il primo ottobre scorso furono arrestati in flagranza di reato dopo aver tentato di mettere a segno un colpo ai danni di una nota gioielleria sul Corso Umberto di Taormina. In quell’occasione i rapinatori si erano introdotti nel negozio di preziosi e, minacciando la proprietaria con una pistola rivelatasi successivamente giocattolo, avevano tentato di svaligiare la cassaforte. Nel frattempo le urla di una cliente, accortasi di quanto stava accadendo, avevano messo in fuga i rapinatori, facendo scattare l’allarme.

Uno dei rapinatori, 19 anni, venne arrestato poco dopo dai Poliziotti del Commissariato di Taormina mentre tentava di allontanarsi a bordo di un taxi. Un secondo malvivente, 21 anni, fu rintracciato dai Carabinieri a bordo di un pullman di linea.

Le indagini condotte successivamente dagli uomini del Commissariato P.S. di Taormina e dai Carabinieri di quella Compagnia, coordinate dalla Procura di Messina, hanno permesso di ricostruire nei minimi dettagli sia le fasi della rapina, sia quelle preparatorie.

E’ emerso che a progettare ed eseguire il colpo erano stati in tutto 5 individui, tutti provenienti da Catania, alcuni di loro implicati anche nella rapina avvenuta il 15 aprile 2015 in un’altra prestigiosa gioielleria di Taormina, e arrestati dai poliziotti del Commissariato di Taormina pochi giorni dopo il colpo del 1° ottobre.

A conclusione del lungo e minuzioso lavoro portato avanti dagli investigatori, anche grazie alla capillare analisi dei tabulati telefonici, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, ha emesso l’Ordinanza di applicazione di Misura Cautelare in carcere a carico dei 5 malviventi accusati della tentata rapina.

Stamattina i poliziotti del Commissariato di Taormina hanno proceduto all’esecuzione della misura nei confronti di un 34enne, già detenuto nel carcere di Catania. Mentre i militari dell’Arma hanno provveduto a eseguire, sempre nel carcere, quella nei confronti di un altro indagato.

Un quinto malvivente risulta tuttora ricercato
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