
Come vivere bene da vecchi.
13-02-2015 20:02 - Sanità
Oggi in Italia una persona su tre ha più di 60 anni, una su 25 ha più di 80 anni, una su 4000 ha più di 100 anni. L´età media in Italia per le donne è di 84,2 anni (in Sicilia 83,0) e per gli uomini 78,9 (in Sicilia 78,2). Secondo i dati Istat negli ultimi dieci anni in Italia la vita media è aumentata di 2,4 anni per gli uomini e di 1,7 anni per le donne, sottolineando che gli italiani sono tra i più longevi del mondo. I soggetti che raggiungono i cento anni sono ormai molti mentre i super centenari, quelli che superano i 110 anni, vengono definiti vecchi dei vecchi.
«Secondo la moderna Geriatria - dichiara Domenico Maugeri, professore associato di Geriatria dell´Università degli Studi di Catania - una buona vecchiaia si può vivere solo attraverso semplici interventi. Bisogna partire intorno ai 50 anni e cominciare a prepararsi alla vecchiaia, percorrendo, sotto la guida del mondo geriatrico, i giusti percorsi personalizzati a difesa della salute, con atti di controllo scadenzati, una sorta di tagliandi a tempo per valutare sia il software che l´hardware del corpo, mettendo in atto gli aggiustamenti e gli adattamenti necessari per mantenere il più a lungo possibile la condizione sia d´autonomia che di autosufficienza.
La salute nell´anziano non va intesa come assenza di malattie, ma come una buona condizione di autosufficienza con un adeguato controllo dei disturbi già presenti. Malattie come l´ipertensione, l´artrosi, l´osteoporosi, il diabete, le broncopneumopatie croniche ostruttive, la depressione, la sindrome da malassorbimento etc, riducono pesantemente la qualità della vita e vanno contrastate continuamente, con un pressing diagnostico-terapeutico continuo, necessario per allontanare il pericolo della perdita dell´autosufficienza, che trasforma la vita dell´anziano dalla condizione di vivenza a quella di sopravvivenza».
Ma le persone che sono già diventate anziane spesso si chiedono cosa occorre fare per vivere bene questa parte delle loro vita. La risposta deve venire dal Sistema Sanitario il quale deve offrire servizi a dimensione uomo che prioritariamente deve prevedere un territorio dedicato all´anziano, dove possa trovare le giuste risposte ai suoi malanni cronici. «A mio modo di vedere - sottolinea il prof. Maugeri - bisognerebbe, da subito, creare e rendere operative per ogni distretto nelle grandi città o per ogni paese, delle strutture che chiameremo Cosa (centro osservazione salute anziano) dove l´anziano viene sistematicamente controllato, fa una sorta di tagliando periodico per mettere in atto le procedure necessarie socio-assistenziali, detti percorsi della salute, erogabili all´interno del Ssn a difesa della sua autosufficienza.
Quando l´anziano viene colto da malattie acute tipo ictus, infarto, frattura di femore, è chiaro che deve ricoverarsi in Ospedale, in reparti a lui dedicati, che in Sicilia ahimè sono state ridotti al minimo. La salute è un bene sociale, irrinunciabile, riguarda tutti noi, è garantita dalla stessa Costituzione e quindi deve essere tutelata sempre ricordando a tutti che fino alla fine dei nostri giorni "Vita non est vivere, sed valere vita est"».
Di Giuseppe Petralia
«Secondo la moderna Geriatria - dichiara Domenico Maugeri, professore associato di Geriatria dell´Università degli Studi di Catania - una buona vecchiaia si può vivere solo attraverso semplici interventi. Bisogna partire intorno ai 50 anni e cominciare a prepararsi alla vecchiaia, percorrendo, sotto la guida del mondo geriatrico, i giusti percorsi personalizzati a difesa della salute, con atti di controllo scadenzati, una sorta di tagliandi a tempo per valutare sia il software che l´hardware del corpo, mettendo in atto gli aggiustamenti e gli adattamenti necessari per mantenere il più a lungo possibile la condizione sia d´autonomia che di autosufficienza.
La salute nell´anziano non va intesa come assenza di malattie, ma come una buona condizione di autosufficienza con un adeguato controllo dei disturbi già presenti. Malattie come l´ipertensione, l´artrosi, l´osteoporosi, il diabete, le broncopneumopatie croniche ostruttive, la depressione, la sindrome da malassorbimento etc, riducono pesantemente la qualità della vita e vanno contrastate continuamente, con un pressing diagnostico-terapeutico continuo, necessario per allontanare il pericolo della perdita dell´autosufficienza, che trasforma la vita dell´anziano dalla condizione di vivenza a quella di sopravvivenza».
Ma le persone che sono già diventate anziane spesso si chiedono cosa occorre fare per vivere bene questa parte delle loro vita. La risposta deve venire dal Sistema Sanitario il quale deve offrire servizi a dimensione uomo che prioritariamente deve prevedere un territorio dedicato all´anziano, dove possa trovare le giuste risposte ai suoi malanni cronici. «A mio modo di vedere - sottolinea il prof. Maugeri - bisognerebbe, da subito, creare e rendere operative per ogni distretto nelle grandi città o per ogni paese, delle strutture che chiameremo Cosa (centro osservazione salute anziano) dove l´anziano viene sistematicamente controllato, fa una sorta di tagliando periodico per mettere in atto le procedure necessarie socio-assistenziali, detti percorsi della salute, erogabili all´interno del Ssn a difesa della sua autosufficienza.
Quando l´anziano viene colto da malattie acute tipo ictus, infarto, frattura di femore, è chiaro che deve ricoverarsi in Ospedale, in reparti a lui dedicati, che in Sicilia ahimè sono state ridotti al minimo. La salute è un bene sociale, irrinunciabile, riguarda tutti noi, è garantita dalla stessa Costituzione e quindi deve essere tutelata sempre ricordando a tutti che fino alla fine dei nostri giorni "Vita non est vivere, sed valere vita est"».
Di Giuseppe Petralia