Gli albergatori siciliani sul piede di guerra La Regione non ha i soldi. I contributi e le ristrutturazioni previste restano al palo.

30-12-2014 21:36 -

Sono sul piede di guerra gli albergatori siciliani che avevano aderito al bando 3.3.1.4, finanziato con fondi del Po Fesr 2007-2013, per la ristrutturazione degli alberghi. Lavori che dovranno essere conclusi entro 30 giugno del 2015.

Dopo una laboriosa istruttoria, durata circa tre anni, tra il 10 e il 15 dicembre scorsi, la Crias, nella qualità di ente delegato ad erogare i contributi, ha comunicato alle decine di aziende interessate l'ammissione alle agevolazioni finanziarie, sottolineando che avrebbe potuto erogare le anticipazioni dopo che la stessa Crias avesse incassato il mandato di trasferimento delle somme da parte della Regione.

«Siamo già alla fine dell'anno - ha dichiarato il presidente di Confindustria Alberghi e consigliere nazionale di Confindustria Aica, Stefano De Luca - perché la Regione ha le casse vuote. Gli imprenditori per partecipare al bando hanno dovuto anticipare somme non indifferenti per allegare agli atti la fidejussione. Non siamo più disposti a tollerare. Non escludo, tra le misure che potremo adottare, anche quella di adire alle vie legali».

È un problema di notevoli dimensioni per imprenditori che cercano di adeguare le strutture ricettive per offrire agli ospiti servizi di livello adeguato e che, oltre che con il calo di presenze turistiche, devono fare i conti con la burocrazia regionale e la mancanza di liquidità. Non solo, ma a complicare la situazione è intervenuto anche il governo nazionale che, con la legge di stabilità appena approvata, ha tolto alla Regione circa 1,2 miliardi di euro di fondi Pac, in parte destinati anche alla ristrutturazione alberghiera.

«Abbiamo disponibili per questa misura - ha sottolineato l'assessore alle Attività produttive, Linda Vancheri - circa 18 milioni di euro che, però, non possiamo erogare per mancanza di liquidità. Spesa che rischiamo di non potere certificare. Non solo: per altri progetti, per i quali abbiamo fatto scorrere la graduatoria, è prevista la copertura finanziaria con i fondi Pac che il governo nazionale ci ha praticamente scippato. Non possono dirci che non spendiamo se ci tolgono i soldi».

Il dirigente generale dell'assessorato Attività produttive, Alessandro Ferrara, cercherà oggi di sbloccare la situazione con il neo Ragioniere generale, Salvatore Sammartano. Ma se in cassa non ci sono soldi, ci sarà ben poco da fare.
Sembra piuttosto difficile un ripensamento del governo nazionale che con i fondi Pac intende finanziare lo sgravio fiscale per tre anni per le imprese che assumeranno a tempo indeterminato.
In una intervista rilasciata ieri ad un quotidiano nazionale, il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, ha citato il caso della Sicilia che «aveva un miliardo e 200 milioni in cassa e non li spendeva». Con queste risorse la Regione intendeva finanziare non solo parte dei progetti per la ristrutturazione degli alberghi, ma anche il Piano giovani, la vivibilità urbana e l'importante arteria stradale di Licodia Eubea per la quale era previsto uno stanziamento di 111 milioni di euro.

Per gli albergatori siciliani è di vitale importanza sapere se avranno e quando questi soldi. La Crias, nella qualità di ente erogatore, non può attivarsi se non riceve i soldi dalla Regione. Alcuni imprenditori che avevano, timidamente, iniziato i lavori, di fronte alla prospettiva di non riceve quanto promesso rischiano di brancolare nel buio, nell'assoluta incertezza. Però, hanno sottoscritto un impegno che prevede la conclusione dei lavori di ristrutturazione entro il 30 giugno 2015.

Nessuno si azzarda a firmare contratti con imprese e fornitori, se non ha la sicurezza di potere mantenere gli impegni. Anche perché al momento della certificazione della spesa bisogna presentare fatture già quietanzate. E non solo le strutture ricettive rischiano di non essere rinnovate ed adeguate alle più moderne norme di sicurezza, oltre che di benessere, ma anche il mondo dell'indotto, come imprese edili, artigiani e fornitori rischiano di vedere svanire un'occasione di lavoro.

Articolo di Lillo Miceli