Karol Wojtyla dopo l´attentato entra nel "Mistero di Fatima"

18-07-2014 22:46 -

Continuando la lettura commento del testo di Marco Invernizzi, "San Giovanni Paolo II. Introduzione al suo Magistero", pubblicato da Sugarcoedizioni in occasione della canonizzazione del Pontefice polacco, mi sembra interessante puntare l´attenzione su l´attentato del 13 maggio 1981a Giovanni Paolo II: "l´ingresso nel mistero di Fatima" e quindi evidenziare il Magistero Mariano del Papa Santo.

Intanto per Invernizzi, nonostante le diverse opere pubblicate sull´attentato, "non c´è stata un´attenzione mediatica proporzionata all´enormità dell´episodio e all´ancora più sconcertante epilogo: il Papa ferito gravemente ma non ucciso, rimasto in vita per portare a termine la sua sfida ai regimi totalitari e fare uscire la Polonia dal patto di Varsavia e per continuare a guidare la Chiesa dentro al terzo millennio sulla strada della nuova evangelizzazione". Karol Wojtyla lo ha spiegato esplicitamente, in particolare durante il pellegrinaggio a Fatima nel maggio del 1982, dove andrà per ringraziare e per esternare il suo "ingresso" nel mistero di Fatima.

Invernizzi insiste sulla disattenzione dei media al grave attentato: "sconcerta(...)l´assenza di una letteratura adeguata sull´episodio, anche dopo molti anni dalla caduta del Muro, nonostante le diverse inchieste giudiziarie, dalle quali peraltro è nata un´opera ricca di interesse storico e che aiuta a fornire un´interpretazione di quei fatti abbastanza conforme alla verità, scritta da Ferdinando Imposimato". Al di là delle inchieste giudiziarie, è evidente che il Papa, fu salvato da una mano materna, "la Chiesa non era stata decapitata - scrive Invernizzi - ma i cattolici e le autorità ecclesiastiche che la guidavano in quei giorni erano frastornati, preoccupati, incerti". Siamo nel clima di "guerra fredda", in Italia, c´era stata la consultazione referendaria che il 17 maggio boccerà la richiesta abrogativa della legge 194, che legalizzava l´aborto.

"Il senso comune della popolazione - scrive Invernizzi - attribuiva la responsabilità dell´attentato all´URSS, senza dubbio alcuno. Fin dall´elezione al soglio di Pietro era apparso chiaramente che il papa venuto dall´Est avrebbe contribuito ad erodere il consenso e il prestigio del comunismo e dei regimi del socialismo reale". Peraltro il viaggio in Polonia del Santo Padre aveva messo in moto un meccanismo di rivolta che neanche la brutale violenza del colpo di Stato del generale Jaruzelski, avrebbe potuto fermare dentro e fuori i confini polacchi.

C´era un conflitto in corso, anche se il Papa polacco non si presentava al mondo come "(...)il paladino della lotta anticomunista, ma semplicemente promuoveva una nuova evangelizzazione in ogni Paese del mondo, anche attraverso una sua presenza diretta, e con una forte sottolineatura del tema della libertà religiosa". Il comportamento di Ali Agca risulterà sempre contradditorio, ambiguo, fino a farsi passare per pazzo, quasi volesse coprire qualcuno o qualcosa. Emergerà una "pista bulgara", i cui attori poi verranno assolti per insufficienza di prove.

Si tratta dell´attentato più eclatante del XX secolo per giunta fatto ad un Papa. Ancora oggi ci sono tanti elementi di suspense che lo rendono un interrogativo inquietante e affascinante per lo storico e per il credente. E´ del tutto evidente che esiste un legame fra l´attentato al papa, avvenuto proprio il 13 maggio e il mistero delle apparizioni di Fatima dove, nel 1917, dal 13 maggio al 13 ottobre, la Madonna apparve per sei volte a tre giovanissimi pastori. Wojtyla verrà introdotto in questo mistero tanto che al suo risveglio in ospedale leggerà quella terza parte del segreto che non era stata ancora rivelata. Da quel momento Fatima diventa una componente centrale del pontificato di Giovanni Paolo II.

Non sto qui a descrivere il significato delle apparizioni di Fatima e del messaggio costituito in tre parti. Gli uomini con i loro sacrifici e preghiere possono realmente incidere nella storia, come dimostra il fatto che il Papa non è stato ucciso, come sarebbe dovuto accadere secondo la terza parte del messaggio. Per Marco Invernizzi, "proprio all´importanza e alla drammaticità della storia si rivolge il messaggio di Fatima, mettendo in luce la libertà delle creature e la possibilità di influire sugli stessi avvenimenti storici". E´ un richiamo rivolto alla responsabilità degli uomini e spesso non incontra il favore neanche dei cattolici. "Infatti, dopo l´apoteosi degli anni 1950, quando le Madonne pellegrine hanno contribuito a diffondere il messaggio di Fatima fino nelle più remote parrocchie, e non soltanto in Italia, il messaggio di Fatima negli anni del post-Concilio è stato più o meno apertamente accantonato insieme alle posizioni anticomuniste".

Ma questo clima per Invernizzi per certi versi perdura anche oggi nonostante la parentesi di grande devozione mariana del pontificato di Giovanni Paolo II. Indubbiamente il messaggio di Fatima ci ha aiutato ad interpretare la storia del Novecento, ma nonostante questo secondo Invernizzi, il messaggio "sembra rimanere confinato in ambiti ristretti e la rivelazione della terza parte del segreto, tanto attesa, non ha stimolato quel sano stupore di chi, credente, trova in una rivelazione soprannaturale una chiave per comprendere qualcosa in più del proprio tempo storico".

Il pontificato di Giovanni Paolo II sarà sempre segnato da Maria, fin da giovane, si era legato alle opere di san Luigi Maria Grignon de Montfort ed in particolare con il "Trattato della vera devozione", l´opera più importante e celebre del sacerdote francese, promotore del voto di "schiavitù" a Maria da parte del fedele. "Il Magistero mariano accompagnò costantemente l´insegnamento del Papa e si arricchì di almeno due documenti di grande rilevanza". Il primo è l´enciclica Redemptoris Mater, l´altro documento è la Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae.
Un altro argomento abbastanza presente nel magistero wojtyliano è quello della Famiglia, cellula della società e Chiesa domestica.

Nel 1981 uscirà l´esortazione apostolica "Familiaris consortio", il documento si fonda scrive Invernizzi, "su un principio semplice ma non frequentemente utilizzato nella pastorale sulla famiglia, che rischia spesso di essere ridotta al luogo dei sentimenti e degli affetti oppure a quello dell´utilità sociale, peraltro veri, ma non fondativi".
Ma su questo riprenderò la prossima puntata.