Testimonianza di una coppia italiana: "Pressione fiscale (44,1%) come in Svezia, ma..."

15-02-2014 17:10 -

ROMA. Italia-Svezia: stesse tasse ma decisamente un´altra dimensione: "Ti basti pensare che quando cerchi una scuola pubblica hai solo l´imbarazzo della scelta. E il servizio è eccezionale". Angela e Francesco, sposati in Italia, sono rispettivamente di Roma e Milano. Da qualche anno insieme al figlio Pietro, 2 anni, nato in Svezia, vivono e lavorano a Stoccolma. Lui nella ristorazione e tra i locali notturni (è un personaggio della movida di Stoccolma), lei fa la veterinaria in una clinica che, dopo brevissimo periodo di prova, le ha già fatto un contratto a tempo indeterminato.

Salario base in prova: 2200 euro netti. Cioè pagano il fisco svedese e ottengono i servizi. Ma a livello svedese appunto. Poi d´estate sono al mare, sul Mediterraneo. E agli amici raccontano storie "mirabolanti" su quel paese.
Freddissimo ma iperorganizzato. Anche perchè, rilevano, in Svezia vivono appena 10 milioni di abitanti. Come fosse la città di Roma più una grande provincia.

"Per ogni bambino che nasce in Svezia - racconta ad esempio Angela - lo Stato versa un sussidio mensile di 120 euro su un conto corrente e che può trasformarsi in un fondo. Quando il ragazzo arriva a 18 anni può usufruire della cifra (intorno ai 20-25.000 euro) o per studiare, o per avviare una piccola attività economica. Pietro per esempio, ha 24 mesi ed ha già in banca quasi 3.000 euro".

Non male considerando che invece un qualunque bambino italiano nasce viceversa con un fardello sulle spalle: cioè la sua quota personale di debito pubblico (circa 35.000 euro).
Ma non è finita qui: "Cercavo la scuola per Pietro. Intorno casa ce ne sono tantissime. Sono pubbliche. Ho avuto l´imbarazzo della scelta. E posso decidere io quando andarlo a riprendere. Loro possono tenerlo o fino alle 15 oppure al tempo pieno fino alle 18". Insomma l´esatto contrario di quanto avviene in Italia, dove molto spesso i bambini vengono parcheggiati in costosi asili privati e dove non è possibile neanche detrarre dalle tasse la spesa.

E non secondario il fatto che il congedo parentale sia retribuito al 50% del salario e, minimo, un genitore deve potere usufruire di un congedo di un anno. E sarà anche per questo che, secondo l´Unicef, la Svezia rispetta i 10 parametri di eccellenza delle politiche per l´infanzia: l´Italia rispetta solo i parametri minimi essenziali (4 indicatori su 10).

Anche Francesco racconta storie eccellenti della sua attività: "Intanto è molto più semplice assumere personale. E il lavoro non manca mai. Io, ad esempio, lavoro per un ristorante italiano di alto livello in centro città. Ma da un pò ho avuto l´occasione di rilevare in gestione una discoteca. Lavoro sempre. Giorno e notte. Altro che disoccupazione".


Fonte: Di Domenico Conti