S. Alessio Siculo - Al via il museo dei sommersi: “frutti dei tanti semi di Carmelo Duro”

07-08-2022 20:41 -

S. Alessio Siculo - Audioguide digitali, mappe cartacee, museo dei sommersi con la valorizzazione dei relitti di capo S. Alessio, progetti per il futuro che coinvolgano anche i comuni del Dinarini e ipotesi di ristampa dei libri di Duro e di una zona marina protetta intorno al Capo S. Alessio. Si è trasformata in un vero e proprio vulcano di iniziative fatte, in corso e immaginate per il futuro la terza edizione di “Otto Borghi un territorio: la visione di Carmelo Duro”, che si è svolta ieri, 5 agosto, a Villa Genovesi di S. Alessio.


“Carmelo Duro ha seminato molto in tutti i campi che lo hanno visto sempre protagonista: giornalista, scrittore, storico, sindacalista, cofondatore di Archeoclub, politico. Molti frutti di quel suo tanto seminare, oggi si vedono”, ha detto Filippo Brianni, presidente di Archeoclub Area Ionica Messina, che da tre anni organizza l'evento. Un'iniziativa che coinvolge anche l'associazione “Valle d'Agrò-Carmelo Duro” e l'Osservatorio Beni culturali dell'Unione dei comuni, patrocinata dal comune di S. Alessio Siculo e, quest'anno, anche di Roccafiorita che ha fornito il supporto tecnico.

Parole di apprezzamento per l'evento sono state espresse dal sindaco di S. Alessio Domenico Aliberti e del suo collega di Roccafiorita (nonché presidente dell'Unione) Concetto Orlando, il quale ha ricordato come Duro “fu il primo a parlare a noi, allora bambini, di comprensorio superando con naturalezza i campanilismi”.

In diretta telefonica da Numana (Ancona) è intervenuto anche Pino Chillemi, presidente dell'associazione Valle d'Agrò-Carmelo Duro, con una sorta di “messaggio a Carmelo Duro”, commovente e forte, in cui ha raccontato “a Carmelo” ciò che sta facendo l'associazione a lui dedicata e in particolare l'estensione della sua attività anche ai comuni della valle del Dinarini. Ha anche chiesto al sindaco che venga intitolato a Carmelo Duro un edificio pubblico “perché sarebbe un giusto e dovuto riconoscimento a chi ha dato tantissimo per questa comunità” . Concetti ripresi anche dal vice presidente, Nino Cucuzzella.

Poi l'evento è entrato nel vivo con la vice presidente di Archeoclub, Ketty Tamà, che ha presentato il “City Audio Tour S. Alessio Siculo – il paese del Capo Argenteo”, realizzato da Archeoclub Area Ionica e le cui spese di stampa sono state sostenute dal comune di S. Alessio Siculo. Presentato anche il progetto del Museo dei Sommersi, in corso di realizzazione proprio a Villa Genovesi grazie alla devoluzione della propria indennità di carica da parte dell'ex assessore alla cultura, Virginia Carnabuci.

Tamà ha illustrato le caratteristiche del “City audio tour – Il paese del Capo Argenteo”, una mappatura dei beni culturali realizzata prima su supporto informatico, attraverso un'audioguida che funziona con QrCode su IziTravel (https://izi.travel/it/0afc-sant-alessio-siculo/it) che sono stati posizionati in vari punti del paese. L'audioguida è stata anche riprodotta sull'app ufficiale del comune. Adesso è stata presentata anche la versione cartacea, in un ”flyer” che in questi giorni verrà distribuito presso l'ufficio turistico e le attività alessesi.

Le immagini dell'arch. Tamà hanno ripercorso le varie tappe della mappa: la chiesa di S. Margherita, le fornaci, il castello, l'antico lavatoio, i relitti di capo S. Alessio, il Quartiere di Mezzo con la casa delle decime, la chiesa della Madonna del Carmelo (dove vi era la chiesa bizantina di S. Nicola dei greci, probabile luogo di incontro tra l'abate Gerasimo e il conte Ruggero II, da cui nacque l'abbazia dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò), Villa Genovesi, la chiesa della Madonna delle Grazie, la chiesa madre e la chiesetta di S. Nicolo a Lacco.

La presentazione è stata accompagnata dai riferimenti ai testi di Carmelo Duro e Carmelino Puglisi, su cui si basa la mappa, ma anche facendo riferimento a luoghi ed episodi che Carmelo Duro descrive e immagina nel romanzo “Lampare spente”, utilizzando peraltro un linguaggio davvero originale, soprattutto per il sapiente uso di espressioni dialettali all'interno dei dialoghi, oltre agli importanti messaggi: la società si migliora soltanto col sapere, una società che non sa e che non conosce è come un bosco selvaggio dove imperano le volpi ed i lupi”.

Il progetto di mappatura dei beni culturali, peraltro, rientra in una più ampia iniziativa avviata da Archeoclub anche in altri centri, come Roccafiorita, Gallodoro, Casalvecchio, Scifì di Forza d'Agrò.

Durante la presentazione è intervenuta anche l'ex assessore alla Cultura Virginia Carnabuci, pioniere del museo dei Sommersi che sta nascendo proprio a Villa Genovesi. Già sono state acquistate le attrezzature e presto l'esposizione di oggetti e foto legati alla pesca sarà affiancata da proiezioni immersive dei relitti delle navi romane di capo S. Alessio, con l'adattamento di video realizzati durante le prospezioni subacquee del 1999, e sarà valorizzata anche la tradizione “marinara” del luogo. Prevista anche la collocazione dell'àncora e delle anfore esistenti in biblioteca e, ove possibile, il trasferimento di altre anfore oggi conservate al museo di Naxos e recuperate a Capo S. Alessio. Si punta anche a realizzare in futuro un collegamento “live” con il relitto ancora nei fondali che ne consenta la fruizione turistica e anche una forma di salvaguardia.

“Abbiamo pensato – ha detto Virginia Carnabuci – di mettere il visitatore di S. Alessio nelle condizioni di conoscere ed apprezzare quanto di bello ha questo paese attraverso mappe stabili e tangibili. E' un piccolo tassello, speriamo in futuro se ne aggiungano altri. È necessario avere una visione, un obiettivo ed essere perseveranti, che pian piano si trovano anche i soldi ed il modo di fare le cose”.

L'arch. Giovanna Mastroeni ha anche auspicato la realizzazione di un'area marina protetta a Capo S. Alessio ed il sindaco ha assicurato che già vi sono delle interlocuzioni in tal senso per valutarne la fattibilità.

Ancora Ketty Tamà ha ribadito la necessità di “preservare, ristampare e custodire i libri cartacei. Perché senza queste solide basi di ricerca storiografica e documentale, fatte da personaggi come Carmelo Duro o Carmelo Puglisi, i nuovi mezzi di divulgazione dei beni culturali che stiamo iniziando ad utilizzare non avrebbero né anima né contenuti”.

Le conclusioni sono state affidate alla figlia di Carmelo Duro, Mimma, che ha ringraziato perché si tiene sempre vivo “il sogno” di suo papà