Ciò conferma, secondo Siciliacque, che le cause della crisi idrica dell’Alcantara vadano ricercate nella siccità degli ultimi tre anni, nei prelievi abusivi o incontrollati lungo il fiume e nei pozzi vicini, nonché nei nuovi assetti geologici che hanno determinato l’apertura di micro faglie modificando il percorso dell’acqua.
Temi al centro del tavolo tecnico che si è tenuto martedì dopo il sopralluogo e che, oltre a Siciliacque, ha visto la partecipazione tra gli altri del dipartimento regionale Acque e rifiuti, del Parco fluviale dell’Alcantara, dell’Autorità di bacino, dei Geni civili di Catania e Messina. "Come abbiamo sempre affermato e messo per iscritto in comunicazioni ufficiali – dice Giuseppe Alesso, direttore generale di Siciliacque – le quantità d’acqua che noi captiamo dalla galleria drenante Alcantara, destinate tra l’altro al fabbisogno idropotabile dei Comuni della fascia Jonica Messinese, sono inferiori a quelle previste in concessione. Dobbiamo inoltre sottolineare che i valori stabiliti in concessione sono in ogni caso talmente bassi da non poter minimamente influire sulla portata del fiume, che a regime dovrebbe trasportare 20-30mila litri d’acqua al secondo".
"La mancanza d’acqua nel fiume, pur non essendo addebitabile ai prelievi di Siciliacque, è comunque un problema che va affrontato in sinergia tra gli enti che a vario titolo hanno competenza oppure operano nel bacino idrico dell’Alcantara – conclude Alesso –. Siciliacque, ancora una volta, ribadisce la più ampia disponibilità a fornire tutto il supporto tecnico necessario".