Messina: Atm Spa penalizza ancora i salari dei lavoratori, i Sindacati attivano procedure

15-04-2021 13:51 -

Per la seconda volta in due mesi Atm SpA ha eliminato, in modo unilaterale, una significativa quota di salario dalle buste paga dei dipendenti. Si tratta della cosiddetta “una tantum” che l’azienda riconosceva in luogo del vecchio premio di produzione vigente in Atm in liquidazione, un diritto acquisito che anche Atm SpA deve riconoscere ai lavoratori fino a nuovo accordo, in virtù della clausola sociale del contratto nazionale da applicare in fase di trasferimento dei lavoratori dalla vecchia alla nuova azienda.

In questi mesi il fronte sindacale si è reso disponibile al confronto per condividere un nuovo accordo volto all’incremento di produzione, ripetute indisponibilità dell’Azienda hanno dilungato i tempi ma la soluzione non può essere quella di penalizzare ulteriormente i lavoratori, soprattutto nella contingente fase di crisi pandemica/economica in cui, chi ha la fortuna di avere uno stipendio deve pensare anche ai componenti della famiglia rimasti senza lavoro.

Il premio di produzione non è una regalia aggiuntiva, come spesso prova a far credere il management di Atm SpA, è una quota effettiva di salario legata alla produzione, prevista esplicitamente dal contratto nazionale degli autoferrotranvieri e da concordare sul territorio come accade in tutte le altre aziende d'Italia. Atm SpA non può permettersi di eliminarla a suo piacimento mettendo in crisi i bilanci familiari dei lavoratori, compresi i nuovi assunti che a giudizio di queste Organizzazioni Sindacali hanno diritto al premio di produzione quanto i colleghi anziani perché motore trainante dell'azienda.

Atm SpA prova con tutti i sistemi a far cassa mettendo le mani nelle tasche dei lavoratori, centinaia di provvedimenti disciplinari “fantasiosi” gestiti col sistema della giustizia sommaria, piovono costantemente sulle teste dei dipendenti costretti a subire le conseguenti penalizzazioni economiche. Nulla di simile riscontriamo nelle altre aziende del settore dove probabilmente meglio si comprende che le risorse umane sono un capitale da valorizzare e non da comandare con logiche autoritarie e vessatorie.

Un management che ambisce a rendere fruibile il servizio mantenendo in attivo il bilancio aziendale deve puntare all’ottimizzazione del sistema con nuove idee e nuovi investimenti condivisi con le parti sociali, non facendo la cresta sui salari a colpi di provvedimenti disciplinari e tagli dei diritti acquisiti.

Vogliamo inoltre evidenziare le ripetute aggressioni subite dai lavoratori a diretto contatto col pubblico per le quali non si registra nessuna concreta iniziativa aziendale volta all’incremento di sicurezza a garanzia dell’incolumità dei dipendenti e dell’utenza. Il comunicato di solidarietà d’occasione che Atm SpA usa diramare dopo le aggressioni che si susseguono con allarmante costanza, non risolvono il problema, servono investimenti e proposte credibili in reale collaborazione con le forze dell’ordine.

Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Or.S.A., nonostante tutto, restano disponibili al confronto per il raggiungimento di un accordo di secondo livello credibile, che non penalizzi i salari e sia garante della sicurezza ma non intendono trattare sotto la minaccia dei tagli salariali e delle ritorsioni sui lavoratori che questa azienda pone in essere con troppa leggerezza.

In Atm SpA il clima è quello di bomba innescata pronta ad esplodere frutto dell’atteggiamento di scontro che la dirigenza, fin dall’inizio, ha voluto instaurare con i lavoratori che ha reso l’azienda un perenne terreno di scontro che innesca ansia fra i lavoratori e rischia di compromettere l’efficienza e la sicurezza che devono essere garantiti in un servizio essenziale.