La lunga marcia verso il matrimonio omosessuale

03-05-2014 09:45 -

Con il Sessantotto, arriviamo alla "Quarta Rivoluzione", l´ultima tappa, di quel processo di Rivoluzione, che ha eroso la civiltà cristiana, un percorso ben descritto dal pensatore cattolico Plinio Correa de Oliveira, in questi anni, si afferma anche l´ideologia del gender.
La filosofa femminista francese Simone de Beauvoir, compagna del più famoso, Jean-Paul Sartre, lancia lo slogan "donna non si nasce ma si diventa". Così l´essere uomo o donna non è più riconosciuto come dato di natura. Con il Sessantotto, ognuno è libero di scegliere il proprio genere. Si comincia così a parlare di matrimonio fra persone dello stesso sesso. E sempre in questo periodo, nasce anche il movimento per i diritti dei gay, che si rafforzerà continuamente fino a condizionare le istituzioni di quasi tutti gli Stati.

"La lunga marcia degli attivisti gay verso il matrimonio - scrive il prof. Introvigne nel suo "Si alla Famiglia", pubblicato da Sugarcoedizioni- arriva al traguardo nel secolo XXI", in diversi Paesi. E se per caso la maggioranza degli elettori si esprime contro i matrimoni gay, come negli Stati Uniti, ci pensano i giudici a modificare i risultati dei referendum. Come nel caso della California, ma soprattutto nello Utah, dove il giudice annulla il risultato di nove anni prima. I giudici locali rovesciano l´esito delle consultazioni popolari e ordinano con effetto immediato la celebrazione dei matrimoni omosessuali, ignorando la volontà degli elettori.

In sostanza ci pensano i giudici a "rieducare" gli elettori che "votano male" nei referendum. "La democrazia viene sostituita dalla tecnocrazia, un grande pericolo del nostro tempo che Benedetto XVI aveva indicato nella Caritas in veritate". E si badi bene per tecnocrazia, non si intende solo lo strapotere degli scienziati, ma ogni pretesa di sostituirsi alla volontà popolare in nome di un presunto sapere superiore. Quella che conta è l´opinione "giusta", non l´opinione maggioritaria. In pratica,"la tecnocrazia dei giudici si sostituisce alla democrazia: o, se si preferisce, quando si tratta di ´diritti´ degli omosessuali la democrazia è sospesa. E´ una deriva totalitaria, che purtroppo non è all´opera solo nello Utah".

Negli Usa in trenta Stati su cinquanta gli elettori hanno votato per affermare che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna. Soltanto due Stati hanno votato a favore dell´introduzione del "matrimonio" omosessuale. "Nonostante questi ´gol della bandiera´ realizzati a fine partita, - scrive Introvigne - i sostenitori dei ´matrimoni´ omosessuali negli Stati Uniti hanno perso i referendum con un risultato per loro imbarazzante: 30 a 2".

Nel testo che sto presentando,viene approfondito il caso emblematico di attivismo pro-gay, delle attiviste dell´Europa dell´Est, "Le Femen" che stanno avendo successo in Francia, addirittura una sua esponente, l´ucraina Shevchenko, da non confondere con l´ex calciatore del Milan, è stata scelta come immagine per un francobollo francese. "Non ci sarà scampo: chi vorrà usare le poste in Francia dovrà passare per la faccia della Shevchenko".

In pratica il governo francese aveva bisogno di festeggiare il "matrimonio omosessuale" con un nuovo simbolo, ha scelto quello della bionda Inna. Non mi soffermo sugli aspetti inquietanti di questo gruppo di ragazze che a seno nudo si scagliano contro tutti coloro che considerano reazionari e omofobi, dalla Chiesa Cattolica a Berlusconi. Introvigne pone qualche interessante domanda: chi finanzia il gruppo, perché hanno questa grande risonanza mediatica per cause ben precise come la lotta alla Chiesa, l´ideologia del gender, il matrimonio omosessuale. Come mai riescono a infiltrarsi in riunioni politiche vietate al pubblico, dove non è facile ottenere tessere giornalistiche. Per ulteriori informazioni rimando al libro del sociologo torinese.

Altra questione che affronta il libro è il "caso Senegal", dove pare che le leggi perseguono chi commette atti contro natura con una persona dello stesso sesso. Il presidente Obama ha chiesto di cancellare l´articolo che discrimina gli omosessuali, minacciando di non dare più aiuti al Senegal, ma il governo senegalese ha ignorato il monito di Obama. Peraltro il 98% dei senegalesi condivide la posizione del governo. Qualcuno intravede nella politica americana, il rischio delneocolonialismo,soprattutto quando si vuole imporre il ricatto: o accettate la nostra visione dell´omosessualità o vi blocchiamo gli aiuti. "Si vuole imporre al Senegal un modello sub culturale presunto ´universale´ ma che il popolo senegalese non vuole e che contrasta con i suoi valori tradizionali e religiosi". Davvero possiamo imporre ai senegalesi un modello che il 98% della popolazione rifiuta? "Tanti intellettuali europei pronti a riempirsi la bocca con slogan anticolonialisti non hanno nulla da dire?" Si domanda Introvigne.

Il libro poi affronta la feroce battaglia propagandistica delle lobby gay contro la Russia di Putin, in particolare in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi, per certi versi sembra di essere ritornati ai tempi della Guerra Fredda. Vincere questa "guerra" per la lobby omosessualista è decisivo. Introvigne polemicamente invita a leggere la norma russa, che forse nessuno ha letto, neanche lo stesso Obama. Il comma 21 vieta di fare propaganda ai minorenni di "relazioni sessuali non tradizionali". Non vieta in nessun modo l´apologia dell´omosessualità rivolta ai maggiorenni.

Il capitolo 6 tratta delle Leggi contro l´omofobia che spesso si rivoltano contro la libertà di espressione. Il testo di Introvigne racconta quello che è successo in Francia, basta leggere il libro di Francois Billot, "La repression pour tous?",il cui titolo evoca il "matrimonio per tutti", omosessuali compresi, introdotto in Francia dalla legge Taubira. Sono impressionanti le violenze collezionate dalla polizia francese nei confronti di liberi cittadini, di famiglie con bambini che manifestano a favore della famiglia tradizionale. La polizia bastona e usa lacrimogeni, ci tiene a precisare Introvigne , perché in Francia c´è una legge sull´omofobia.

In Italia ancora non c´è la legge, ma già si intravedono episodi di intolleranza gravissimi come il caso "Barilla",l´industriale che aveva affermato che nella sua pubblicità preferisce far vedere famiglie formate da un uomo e una donna, apriti cielo, la lobby gay, ha preteso non solo le scuse, ma anche segni concreti di conversione spettacolare. In pratica l´industriale, è stato sottoposto a un processo rieducativo, tipo quello che veniva fatto nei campi di rieducazione della Cina comunista o dei Khmer rossi cambogiani.

Un metodo a quanto pare sta avendo successo e quindi viene esportato anche in altre parti d´Europa. Poi c´è il caso dell´avvocato Giancarlo Cerrelli, vice-presidente dell´Unione Giuristi Cattolici Italiani, che per aver espresso la visione cattolica sulla questione omosessualità, gli viene impedito di poter partecipare a "Domenica In". Così i professionisti dell´antiomofobia gettano la maschera: l´episodio Cerrelli dimostra che "la legge sull´omofobia è necessaria precisamente per impedire, brandendo la minaccia dell´azione penale e del carcere, che qualcuno esprima liberamente idee in tema di omosessualità difformi dall´omosessualismo dominante, perché queste idee sono intollerabili e pericolose