Comitato Tecnico-Scientifico: Per chi è in quarantena "si valuta la scelta dell'autocertificazione" in assenza di tampone.

08-04-2020 18:22 -

PALERMO. Forse uno spiraglio di luce per i rimpatriati dal Nord in Sicilia, confinati in “esilio” domestico, in attesa di tampone sul Coronavirus.

Dopo la denuncia del Dipartimento per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, della carenza su tutto il territorio regionale e nazionale dei kit di laboratorio per l’analisi del tampone e quindi l’impossibilità di comunicare il risultato non prima di 10 giorni, il Comitato Tecnico- Scientifico siciliano per l’emergenza coronavirus, ha affermato: «Sussistono sufficienti evidenze scientifiche che supportano il dato osservazionale che l’isolamento per più di 14 giorni (quale sarebbe la circostanza attualmente rappresentata) di un soggetto in quarantena che non abbia mostrato la comparsa di alcun sintomo respiratorio, ed, in generale, che goda ed abbia goduto di buona salute durante tutto il periodo della quarantena/isolamento, è indicativo con elevate probabilità logiche e scientifiche, di assenza di infezione. In questo caso potrebbe dichiararsi concluso il periodo di quarantena».

La proposta del Comitato Tecnico Scientifico, ancora al vaglio del Governo regionale, apre alla possibilità che, qualora siano trascorsi più di 14 giorni senza sintomi, si possa compilare un modulo sotto la responsabilità dell’interessato per uscire di casa. Indispensabile per compilare l’autocertificazione un previo controllo medico (attraverso il medico di medicina generale o di continuità assistenziale) che identifica il soggetto ne valuta le condizioni di salute e quindi gli consente di sottoscrivere l’autocertificazione. E’ chiaro che si tratta di casi ben circostanziati. Il medico oltre a valutare le condizioni di salute dovrà anche valutare le ragioni dell’urgenza che indicono il soggetto rimasto in quarantena per più di 14 giorni ad uscire di casa prima di sottoporsi al tampone che, si chiarisce nel documento, verrà fatto comunque ma con qualche giorno di ritardo.

Invece, «nel caso di soggetto che durante il periodo di quarantena/isolamento abbia mostrato un decorso anche solo paucisintomatico, non potrà dichiararsi l’assenza di infezione senza l’effettuazione di un tampone e dell’esisto conoscitivo dello stesso, ovvero senza che si prolunghi il periodo di isolamento almeno per 14 giorni dalla comparsa dei primi sintomi riferiti. In questi casi, si procede come da disciplinare per i soggetti ad alto rischio come già declinati in parere del CTS».

«In entrambi i casi, essendo trascorso un congruo periodo da un eventuale contatto con il virus, ove nelle ore di emissione di tale parere fossero validati i sistemi dosaggio di anticorpi (IgG/IgM) con un sistema ELISA, se ne consiglia l’effettuazione ai fini epidemiologici e di mappatura della risposta immunologica». Sembra ci siano 30 mila siciliani a casa in attesa di un tampone: finora, infatti, se ne processano circa 1200 al giorno e se ne effettuano molti di più.

Dall’inizio dei controlli, ricordiamo, i test rinofaringei eseguiti sono stati 24.857 (+1.393 rispetto a ieri). Priorità i pazienti ospedalizzati con importanti sintomatologie e finalmente è partito lo screening per gli operatori sanitari, medici, infermieri e oss che, anche in Sicilia, si stanno ammalando.
Sembra insomma che non ci siano kit sufficienti per tutti e la battaglia contro il tempo resta impari: 4 ore per processarne uno.

Villa Sofia-Cervello ad esempio ne analizza 250 al giorno ma lavora h24. In attesa di tamponi restano gli ammalati, i sospetti tali, chi studia o lavora all’Estero ma anche chi è venuto a stretto contatto con positivi al Covid19 e i familiari di coloro i quali hanno perso la battaglia contro questo male sconosciuto. Anche sul fronte diagnostico di biologia molecolare la Sicilia si è fatta trovare impreparata, come il resto dell’Italia e del mondo.

Alla luce del parere tecnico rilasciato dal comitato tecnico-scientifico della Regione, si evince che era fondata la problematica sollevata dalla CIMO relativamente alla grave carenza dei reagenti e il timore che i soggetti in isolamento, finito il periodo di quarantena, rimanessero confinati a casa senza nemmeno la possibilità di uscire.

«Apprendiamo con favore le determinazioni del CTS- dichiarano dal sindacato dei medici- In considerazione dei tempi verosimilmente protratti dell’epidemia in corso, reiteriamo la richiesta di programmare l’acquisizione di ulteriori apparecchiature diagnostiche e di reagenti per l’esecuzione dei test sulla popolazione che, con ogni probabilità, dovranno essere ripetuti più volte. La posizione di CIMO Sicilia è lontana da qualsiasi polemica nei confronti dei vertici della sanità regionale di cui anzi si condividono gli sforzi operati nell’interesse della salute della collettività e mira unicamente a fornire il proprio supporto di idee e suggerimenti nel medesimo interesse».





Fonte: di "Angela Montalto"