Coronavirus: "Aiutate chi è stato escluso dal Decreto Cura Italia". L'appello dell'imprenditore Alessandro Faranda al Premier Conte e Ministro del Lavoro, Catalfo.

20-03-2020 10:33 -

L'amministratore di Fontalba, Alessandro Faranda ha inviato una lettera in cui spiega l'esigenza di tutelare tutte le categorie che non rientrano nel recente provvedimento “Cura Italia”. Suo l'appello rivolto al Premier Giuseppe Conte e al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo: “Aiutate chi è stato escluso dal decreto".


Da un lato aumentano le spese per tutelare la salute e l'igiene dei nostri lavoratori, garantire la produzione di beni essenziali e quindi il posto di lavoro dei dipendenti e l'indotto, dall'altro sono crollate le entrate per la chiusura di attività commerciali e quindi scarsa liquidità e difficoltà a pagare i fornitori; tasse non sospese ma solo rinviate di qualche giorno, cronica difficoltà ad avere accesso al credito bancario e il grande timore della proroga in aprile, necessaria per la salute pubblica, ma forse non accompagnata da nuovi interventi incisivi e diffuse per far ripartire l'intero tessuto economico nazionale: sono alcuni dei punti nevralgici oggetto della lettera inviata da Alessandro Faranda, amministratore di Fontalba, al Presidente del Consiglio Conte e al ministro del Lavoro Catalfo, per sensibilizzare il Governo in merito al decreto “Cura Italia” e accendere i riflettori su alcune importanti questioni.

L'imprenditore messinese lancia un appello in difesa di tutte le categorie produttive, invitando il Governo a adottare, al più presto, ulteriori misure economiche e fiscali che abbraccino una più ampia platea di beneficiari: “Ci sono aziende che hanno fatturati importanti, ad esempio oltre i 2 milioni di euro, che rappresentano una grossa fetta del PIL nazionale, hanno tanti dipendenti e muovono preziosi indotti economici, ma ci sono anche i lavoratori autonomi: molti di questi non sono destinatari di adeguati aiuti da parte dello Stato per far fronte allo stato di crisi. Bisogna andare incontro a tutti se davvero vogliamo evitare una recessione e riprenderci il prima possibile da questa tragica emergenza che è sanitaria e al contempo economica”.

Il Sud come il Nord soffre inevitabili conseguenze dirette e indirette, che vedremo meglio nei prossimi mesi, i cui effetti e rischi vanno valutati già adesso con misure adeguate e dettagliate, prima che le imprese chiudano battenti e licenzino.

Nel caso di Fontalba, l'impresa sta continuando ad assicurare l'imbottigliamento di acqua, considerato bene essenziale, ma con grandi difficoltà: “Naturalmente le forniture di prodotto in questo momento sono maggiormente concentrate sulla Grande Distribuzione Organizzata (G.D.O., quindi supermercati) - scrive nella missiva - in ragione della chiusura di bar, pub, ristoranti, etc. su tutto il territorio nazionale. Il perdurare di una simile situazione seppur apparentemente tenda a garantire una strenua continuità operativa aziendale, benché contraddistinta da un'importante riduzione del volume di affari, rischia invece, nella realtà dei fatti, di compromettere, in assenza di misure urgenti e significative, la prosecuzione dell'attività imprenditoriale. Dobbiamo far fronte ad una carenza di liquidità quindi al concreto rischio di insolvenza, giustificata dal fermo generale; si parla già di probabile proroga del DPCM di chiusura delle attività fino al 18 aprile":

"La salute - prosegue Faranda - è al primo posto, quindi se è necessario rimanere a casa ancora per qualche settimana, non dobbiamo esimerci da questo dovere civico con coscienza e senso di responsabilità per tutelare e tutelarci, ma tutto ciò deve essere accompagnato da un forte e dirompente aiuto all'economia, a tutte le realtà produttive, industriali e imprenditoriali, nessuno escluso. Dalla più piccola alla più grande".

Per ripartire, ad esempio, serve probabilmente tagliare spese pubbliche inutili e superflue, ridurre realmente le tasse che hanno raggiunto livelli inaccettabili e molto più alti di altri Paesi.

Faranda conclude con la speranza che a breve il Governo possa varare nuovi decreti: “Per non lasciare indietro davvero nessuno. Il mio appello corrisponde a quello di tantissimi colleghi, delusi dal decreto Cura Italia e già sul piede di guerra, perchè si aspettavano molto di più. Sono sicuro e fiducioso che il premier e la sua squadra lavoreranno sodo per assicurare il futuro del sistema Italia, a partire dal singolo lavoratore costretto a stare a casa in questo momento alla più grande e articolata azienda”.



Fonte: Redazione