Scontrini detraibili, si scommette sul contrasto d´interessi fiscale

14-03-2014 22:07 -

Se gli scontrini (di un´ampia gamma di spese) fossero detraibili nella dichiarazione dei redditi, ogni contribuente avrebbe interesse a richiederli a commercianti, artigiani e professionisti. Questi a loro volta sarebbero costretti a ´registrare´ l´incasso avvenuto.
Su questo principio si basa il cosiddetto ´contrasto di interessi´ fiscale, ovvero la contrapposizione dell´interesse del venditore con quello del compratore, uno strumento che potrebbe essere introdotto in Italia per sostenere la lotta al "nero".

L´introduzione di questo meccanismo - di cui si parla da anni - è stato rilanciato pochi giorni fa, con l´approvazione della delega fiscale. La misura sul "contrasto di interessi" era stata inserita durante il passaggio del ddl alla Commissione finanze del Senato, dove si è arenato nel novembre 2012 (governo Monti).

Dopo l´approvazione definitiva delle misure (ma si tratta prevalentemente ´principi´) contenute nella legge delega, toccherà ora al governo darne attuazione concreta, nella cornice della delega parlamentare, stabilendo esattamente quali spese saranno detraibili e quali no e quali i tetti di riferimento relativi agli importi.

UN´ARMA VINCENTE CONTRO L´EVASIONE
Se posso scaricare lo scontrino, lo richiedo. Il meccanismo è elementare: bisogna in sostanza trattare le famiglie e i contribuenti privati come le imprese. Ogni azienda paga le tasse sul proprio utile, cioè sui ricavi meno i costi. Quando le famiglie potranno, allo stesso modo, abbattere il proprio carico fiscale detraendo (dall´imposta) o deducendo (dal reddito imponibile) alcune spese di base, anche parzialmente, avranno tutto l´interesse a richiedere scontrini e ricevute quando pagano.

Il fisco compenserebbe la perdita di gettito per i maggiori sgravi con l´emersione di un´enorme quantità di operazioni. Si recupererebbe, per esempio, buona parte dell´Iva evasa (che attualmente in Italia è stimata attorno ai 28 miliardi) senza l´impiego di un solo finanziere. E un meccanismo già funzionante con ottimi risultati in alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti.

Le spese detraibili potrebbero essere ad esempio quelle legate alla gestione della casa (riparazioni, acquisti significativi) e dell´auto (meccanico) o alla cura della persona. Starà poi al Governo prevedere "opportune fasi applicative" ed "eventuali misure di copertura". Si spera senza vanificare lo spirito del provvedimento.

MEGLIO LE SANZIONI A CLIENTI E COMMERCIANTI
Ma c´è anche chi esprime forti dubbi sull´efficacia della misura, come la Cgia di Mestre, che ritiene il meccanismo troppo oneroso e privo della copertura economica necessaria. Giuseppe Bortulussi si chiede "Dovremmo agevolare il cliente finale per far emergere base imponibile facendo perdere allo Stato il mancato gettito sottratto attraverso l´applicazione delle detrazioni? E poi, siamo sicuri che nel lungo periodo l´imponibile emerso supererebbe il mancato gettito?" Il "contrasto di interessi" , torna a sottolineare la Cgia, nei Paesi dove è stato sperimentato non ha dato i frutti sperati. In Turchia, a Cipro Nord, in Bolivia e in Grecia, non solo l´evasione fiscale non è stata debellata, rimanendo a livelli molto elevati, ma ha prodotto un forte incremento dei costi burocratici e amministrativi. In altre parole, il contrasto si è rilevato un sistema tanto costoso quanto fallimentare.
"In alternativa - conclude il segretario della Cgia - si torni a multare, come succedeva fino a qualche anno fa, il cliente finale sprovvisto di scontrino o di ricevuta e coloro che non li emettono".

COPERTURA E CONTROLLI
A conti fatti, il risparmio di chi evade il Fisco (chi vende e non fattura non risparmia solo le imposte sui redditi, ma anche l´Iva, l´Irap) è superiore allo sconto Irpef di cui beneficerebbe il consumatore. Basterebbe uno sconto da parte del professionista / esercente per rendere la transazione senza Iva ´conveniente´ all´acquirente, a maggior ragione se questo fosse un risparmio immediato, a fronte dell´iter che parte dal conservare lo scontrino fino alla dichiarazione dei redditi. "Il rischio è che molto sommerso resti tale, la certezza è che il bonus verrebbe applicato a tutte le spese in chiaro. Con una perdita di gettito sicura per lo Stato e un recupero di evasione affidato a una scommessa" chiosa Il Sole 24 Ore. Senza controlli adeguati (e costosi) e più stringenti regole sulla tracciabilità dei pagamenti il rischio è dunque che cali il gettito senza un beneficio garantito.