Tutti i particolari della " Storia Giudiziaria" dell´ex deputato "dell´impertinente Cateno De Luca".

25-12-2016 22:08 -

Cateno De Luca, appena eletto deputato regionale, diventa bersaglio di decine di esposti anonimi alla Procura della Repubblica di Messina: vengono aperti e chiusi tra il 2006 – 2008 numerosi fascicoli:

COME E QUANDO NASCE L´INCHIESTA:
31 OTTOBRE 2008 - A SEGUITO DELL´ESPOSTO DA PARTE DEI CONSIGLIERI DI OPPOSIZIONEDEL COMUNE DI FIUMEDINISI PER I LAVORI DELLE DIFESE SPONDALI DEL TORRENTE FIUMEDINISI. VIENE APERTO IL FASCICOLO N.3039/08 FNCR MOD.45 (NOTIZIA CHE NON COSTITUISCE REATO).

15 DICEMBRE 2008 - A SEGUITO DEL II° ESPOSTO DEI CONSIGLIERI COMUNALI DI OPPOSIZIONE DI FIUMEDINISI PER I LAVORI DELLE DIFESE SPONDALI DEL TORRENTE FIUMEDINISI . VIENE APERTO IL FASCICOLO N.3513/FNCR MOD.45. (NOTIZIA CHE NON COSTITUISCE REATO);

01 APRILE 2009- A SEGUITO DELL´ESPOSTO DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE SU OPERE IN CORSO DI REALIZZAZIONE NEL COMUNE DI FIUMEDINISI VIENE APERTO IL FASCICOLO N.1056/09 FNCR MOD.45 (NOTIZIA CHE NON COSTITUISCE REATO).

16 GIUGNO 2009 - IL FASCICOLO N. 3039/08 FNCR ISCRITTO A MOD.45 (NOTIZIA CHE NON COSTITUISCE REATO)UNITAMENTE AGLI ALTRI FASCICOLIGIA´ APERTI VIENE ASSEGNATO AL PM SOSTITUTO PROCURATORE DOTT.VINCENZO BARBARO.

14 LUGLIO 2009 - IL PM DOTT. VINCENZO BARBARO NOMINA UN CONSULENTE TECNICO CHE IL 21 SETTEMBRE 2009 DEPOSITA L´APPOSITA PERIZIA NON RILEVANDO IRREGOLARITA´ NEI LAVORI DELLE DIFESE SPONDALI DEL TORRENTE FIUMEDINISI.

08 LUGLIO 2010- IL GIP AUTORIZZA LA PROROGA DELLE INDAGINI RICHIESTA DAL PM BARBARO: IN QUANTO A MARZO DEL 2010 L´ON. DE LUCA VIENE ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI PER ABUSO D´UFFICIO;

25 SETTEMBRE 2010 - LA POLIZIA MUNICIPALE DI MESSINA TRASMETTE AL PM LA RELAZIONE DI INDAGINE DENOMINATA " DIFESE SPONDALI E CONTRATTO DI QUARTIERE COMUNE DI FIUMEDINISI "

16 DICEMBRE 2010 - LA POLIZIA MUNICIPALE DI MESSINA TRASMETTE AL PM L´INTEGRAZIONE ALLA RELAZIONE DI INDAGINE DENOMINATA "DIFESE SPONDALI E CONTRATTO DI QUARTIERE COMUNE DI FIUMEDINISI"
22 GENNAIO 2011 - I PM FORMULANO LA RICHIESTA DI ARRESTO PER L´ON DE LUCA;
14 GENNAIO 2011 - IL GIP AUTORIZZA LA PROROGA DELLE INDAGINI RICHIESTA DAI PM SEMPRE PER IL REATO DI ABUSO D´UFFICIO A CARICO DELL´ON. DE LUCA;

21 GIUGNO 2011 - IL GIP DEPOSITA L´ORDINANZA DI APPLICAZIONE DI MISURE CAUTELARI;

27 GIUGNO 2011- L´ON. CATENO DE LUCA, ALLE ORE 21:55, ALLA CONCLUSIONE DEI LAVORI DEL CONSIGLIO COMUNALE VIENE ARRESTATO; DAVANTI AI PROPRI CONCITTADINI ED AI CONSIGLIERI COMUNALI L´ON. DE LUCA VIENE AFFIANCATO DA TRE OPERATORI DELLA POLIZIA GIUDIZIARIA, CHE, DALLE ORE 16:00 CIRCA, SOSTAVANO NEI PRESSI DEL PALAZZO MUNICIPALE ASSISTENDO ANCHE AI LAVORI DEL CONSIGLIO COMUNALE INIZIATO ALLE ORE 19:00 CIRCA;

12 LUGLIO 2011- IL GIP AUTORIZZA LA TERZA PROROGA DELLE INDAGINI PRELIMINARI RICHIESTA DAI PM BARBARO E TODARO. I REATI IPOTIZZATI DAI PM SONO QUELLI CONTENUTI NELL´ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTERALE DEL GIP FORMULATA IN DATA 21.06.2011. LA PROROGA VIENE CHIESTA E CONCESSA PER ULTERIORI SEI MESI;

4.PERCHE´ NASCE L´INCHIESTA: LE SINGOLE CONTESTAZIONI A CARICO DELL´ON.DE LUCA;

L´inchiesta a carico dell´on. Cateno De Luca nasce effettivamente a marzo del 2010 quando l´on. De Luca viene iscritto nel registro degli indagati per abuso d´ufficio.
Tra giugno ed ottobre 2010 due proprietari dei terreni destinati ad esproprio dichiarano alla Polizia Municipale di Messina presso la Procura della Repubblica di Messina, di aver subito, nel 2005, pressioni dal Sindaco De Luca in relazione alle procedure di esproprio per i lavori del Contratto di Quartiere II "Vivi Fiumedinisi"; (tentata concussione).
Tra luglio e settembre 2010 tre Dirigenti della Regione Siciliana attestano delle irregolarità sulle procedure del Contratto di Quartiere II, sulla realizzazione dell´albergo con centro benessere della Dioniso s.r.l., sulla realizzazione delle difese spondali del torrente Fiumedinisi; (abuso d´ufficio e falso ideologico)
A dicembre del 2010 un Giudice Onorario del Tribunale di Messina conferma il racconto di uno dei due presunti concussi.
Il 16 dicembre 2010 viene consegnata ai Pubblici Ministeri la relazione conclusiva delle indagini preliminari;


5.LE ATTIVITÀ DIFENSIVE ED INVESTIGATIVE SVOLTE DALLA DIFESA DELL´ON. DE LUCA;

Si è proceduto ad una consistente attività di acquisizione testimoniale ex art. 391 bis c.p.p., inviando n. 180 citazioni per un totale di n. 98 sedute effettuate che ha registrato la partecipazione di n. 67 persone in quanto, per alcune di queste, si è dovuto procedere a più incontri in funzione dell´andamento e dei consequenziali riscontri delle indagini difensive avviate.
Sono state effettuate 95 richieste di accesso agli atti presso le pubbliche amministrazioni ed esaminati oltre ventimila pagine di documenti tecnico – amministrativi;
Sono state svolte, inoltre, le seguenti attività difensive:
-01 luglio 2011: interrogatorio di Garanzia;
-18 luglio 2011: Udienza del Tribunale del Riesame
-19 luglio 2011 ordinanza del Tribunale del Riesame (vengono revocati gli arresti domiciliari e viene disposto il divieto di dimora a Fiumedinisi)
-10 settembre 2011: viene notificata l´ordinanza del Tribunale del Riesame;
-13 settembre 2011: Ricorso per Cassazione( viene impugnata l´ordinanza del tribunale del Riesame);
-14 settembre 2011: Richiesta incidente probatorio;
-19 settembre 2011: presentazione istanza al GIP di richiesta di interrogatorio a norma del comma 3 bis dell´art. 299 c.p.p. per versare in atti documentazione e risultanze investigative finalizzate alla richiesta di revoca del divieto di dimora;
-27 settembre 2011: Interrogatorio a norma del comma 3 bis dell´art. 299 c.p.p. davanti al GIP
-30 settembre 2011: viene notificato il provvedimento di diniego del GIP della richiesta di revoca del divieto di dimora a Fiumedinisi; (all. 10 )
-08 ottobre 2011: i Pm dispongono lachiusura delle indagini preliminari;
-10 ottobre 2011: viene notificato l´avviso di conclusione delle indagini preliminari;
-11 ottobre 2011: viene notificato il provvedimento di diniego dell´incidente probatorio (all. 11)
-14 ottobre 2011: viene revocatoil divieto di Dimora a Fiumedinisi(all. 12)
-15 novembre 2011: richiesta avanzata dalla difesa dell´on. De Luca per essere sottoposti ad interrogatorio ed a confronto con la Pubblica Accusa;
-30 novembre 2011: Interrogatorio e confronto con la Pubblica Accusa;
-14 dicembre 2011: presentazione della richiesta di archiviazione con il deposito delle ulteriori risultanze investigative;(all. 13)
-15 dicembre 2011: Udienza del Tribunale della Libertà, a seguito delle dichiarazioni dell´On.De Luca viene aperto dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria un apposito fascicolo sulla conduzione delle indagini preliminari della Procura della Repubblica di Messina;
-20 dicembre 2011: Sentenza della Cassazione (all. 14)

6.RISULTATO DELLE ATTIVITA´ DIFENSIVE DELL´ON. DE LUCA;
Il risultato delle indagini difensive è stato sintetizzato nella richiesta di archiviazione che la difesa dell´on. Cateno De Luca ha già inoltrato alla Procura della Repubblica di Messina il 14 dicembre 2011.
Tutte le accuse formulate nei confronti dell´on. De Luca sono state ampiamente confutate e sono anche emerse alcune perplessità sulle modalità di conduzione delle indagini di cui si sta chiedendo, nelle apposite sedi, gli opportuni accertamenti.
La difesa dell´on. De Luca attende anche di conoscere le motivazioni della Suprema Corte di Cassazione che, con sentenza del 20 dicembre 2011, ha smontato l´impianto accusatorio della Procura della Repubblica di Messina confermando le tesi difensive che in questi mesi sono state ampiamente e continuamente rappresentate agli organi inquirenti.

Carlo Taormina e Cateno De LucaL´11 gennaio 2012 presso la sala stampa dell´Assemblea Regionale Siciliana Cateno De Luca ed i suoi difensori professor Carlo Taormina ed avv. Tommaso Micalizziorganizzano una conferenza stampa dal tema "Il ritorno dell´on. Cateno De Luca" dando pedissequamente conto di cosa era successo e di cosa sarebbe successo: è talmente attuale il documento predisposto allora per la stampa che viene integralmente consegnato oggi(all. 1)a riprova che la verità per il caso De Luca è sempre stata una e non ha mai subito modifiche in relazione agli eventi che si sono susseguiti in oltre cinque anni di guerra giudiziaria contro "l´impertinente Cateno De Luca".

Per la difesa di De Luca e per lo stesso De Luca la partita si era chiusa con l´interrogatorio del 30 novembre 2011 quandoè stata data la possibilità all´indagato De Luca di confrontarsi con la Pubblica Accusa smontando pezzo per pezzo le accuse mosse nei suoi confronti: in quella sede il clima era talmente disteso che il Pubblico Ministero Liliana Todaro con tanta discrezione chiese allo stesso De Luca una sigaretta perché le aveva dimenticate...

In quella sede, dopo oltre cinque ore di serrato confronto, è emerso che la relazione di indagine era stata parziale e fuorviante con alcune falsità derivanti dalla probabile ignoranza in materia urbanistica, ambientale ed amministrativa dello stesso redattore della relazione di indagine che non aveva l´esperienza ed i titoli per poter rappresentare ai Pubblici Ministeri una vicenda così complessa ed interdisciplinare, tra l´altro, condizionata dalla regia di un Giudice non togato e dall´allora Presidente della Regione Raffaele Lombardo.

Per tale motivo c´era stato da parte della difesa dell´indagato De Luca il netto rifiuto di far interrogare lo stesso De Luca, per come originariamente disposto dagli stessi PM, dal medesimo uomo autore delle falsità e delle omissioni riscontrate nella relazione di indagini preliminari.

Sempre in quella sede i Pubblici Ministeri si erano presi l´impegno di nominare almeno due CTU in materia urbanistica ed ambientale invitando la difesa di De Luca a depositare tutta la documentazione a supporto dell´interrogatorio ivi incluso un documento che sintetizzasse le asserite anomalie ed omissioni della relazione di indagine: il 14 dicembre 2011 la difesa dell´indagato De Luca depositato quanto richiesto dai Pubblici Ministeri ivi inclusa l´istanza di archiviazione.

E nel frattempo cosa succede?
Semplice: l´impertinente De Luca, alquanto provato per l´ingiusto arresto, inizia ad attaccare gli Organi Inquirenti perché non riesce ad accettare di essere stato una illustre vittima di un tremendo errore giudiziario in parte confezionato all´interno dello stesso Palazzo di Giustizia con un magistrato allora in carica e con la testimonianza di alcuni burocrati regionali riconducibili all´allora Presidente della Regione.
Il 15 dicembre 2011, si svolge l´udienza innanzi al Tribunale della Libertà:a seguito delledichiarazioni dell´indagato De Luca viene aperto dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria un apposito fascicolo sulla conduzione delle indagini preliminari della Procura della Repubblica di Messina: "Mi è stata applicata una misura da mafioso con un quadro probatorio parziale ed omissivo, sebbene io mi fossi dimesso da sindaco il giorno 1°luglio. Il processo a mio carico è soltanto una farsa alla luce dei due elementi che ho evidenziato a titolo di esempio e ritengo ingiusta la misura del divieto di dimora nel comune di Fiumedinisi che mi ha applicato il Tribunale del riesame frutto di una ulteriore errata valutazione del quadro probatorio e di singoli fatti e di cui mi riservo di chiedere appositi accertamenti sulle modalità di formazione del quadro probatorio, sulla complicità che ho colto anche da parte del Tribunale del riesame".
Il 20 dicembre 2011, si svolge l´udienza innanzi alla Suprema Corte di Cassazione che sentenzia, senza rinvio, che De Luca non poteva essere arrestato.

La Cassazione individua qualiprime due motivazioni per l´assenza delle condizioni per arrestare De Luca i seguenti argomenti:
"Ove invece l´impugnato provvedimento mostra pecche non emendabili e quanto alla sussistenza delle esigenza cautelari.
In fatto nell´ordinanza del Giudice del merito si pone soprattutto l´accento sull´esigenza di scongiurare reati della medesima specie di quelli per cui si procede (v. pagina 12 dell´ordinanza) ma a questa Corte sfugge in che modo possa parlarsi di probabilità di reiterazione allorquando:
a) Il pericolo di ulteriori contatti con le persone offese risulta superato dell´acquisizione delle loro deposizioni agli atti del procedimento, come ricavabile dalle stesse considerazioni espresse in sede di motivazione della sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza (v. pagine 7-8 della motivazione);
b) I fatti risultano alquanto remoti (anni 2005-2008), per cui il pericolo di recidiva non è logicamente presumibile;
P.T.M.
La Corte annulla senza rinvio il provvedimento impugnato e dispone la cessazione della misura cautelare."

Carlo Taormina e Cateno De LucaLa Suprema Corte di Cassazione aveva anche cancellato l´ordinanza del Tribunale del Riesame del 18 luglio 2011 (modificazione dell´arresto in divieto di dimora) definito dallo stesso De Luca un atto di vera mafiosità giudiziaria ....

Le falsità e le omissioni contenute nella relazione di indagini preliminari del 25 settembre e del 16 dicembre 2010 (la supercazzola!!!) erano state inserite nella richiesta di custodia cautelare del 22 gennaio 2011 a firma dei Pubblici Ministeri senza alcuna verifica della fondatezza e riscontro oggettivo degli elementi essenziali della stessa (la supercazzola si autoriproduce).
Il GIP a sua volta nell´ordinanza di applicazione delle misure cautelari del 21 giugno 2011 non svolge alcuna indagine basandosi esclusivamente sul contenuto della richiesta dei Pubblici Ministeri con la integrale riproduzione della stessa nella richiesta di arresto (la supercazzola continua ad autoriprodursi).

Il 27 giugno 2011 - l´onorevole - sindaco Cateno De Luca, alle ore 21:55, alla conclusione dei lavori del consiglio comunale viene platealmente arrestato: davanti ai propri concittadini ed ai consiglieri comunali il De Luca viene affiancato da tre operatori della polizia giudiziaria, che, dalle ore 16:00 circa, sostavano nei pressi del palazzo municipale assistendo anche ai lavori del consiglio comunale iniziato alle ore 19:00 circa e viene trasferito a Messina per la cosiddetta marchiatura da bestiame.

E´ ovvio che la Procura della Repubblica di Messina soprattutto a seguito della sentenza della Suprema Corte di Cassazione era in grosse difficoltà: aveva arrestato un sindaco e parlamentare siciliano in procinto di candidarsi alla Presidenza della Regione e che non aveva affatto accettato di bere in silenzio l´amaro calice.

De Luca poteva essere soltanto indagato e, se c´erano le condizioni, rinviato a giudizio ma non poteva assolutamente essere arrestato!

MA ORMAI IL DANNO ERA STATO FATTO E NON SI POTEVA PIU´ TORNARE INDIETRO!!!

I Pubblici Ministeri vengono meno al patto del 30 novembre 2011 ed avviano direttamente, sempre servendosi dell´autore della falsa relazione di indagine nel frattempo denunziato dal De Luca, una consistente attività di indagine per confezionare un quadro indiziario che potesse reggere innanzi al GUP continuano ad occultare prove a favore del De Luca e consumando reati di falsità in atti giudiziari per aggravare il quadro indiziario dell´indagato De Luca.

Il 4 marzo 2012 iniziano le quattro serie di comizi "Nome e cognomi" trasmesse su tutte le televisioni locali con l´unica cosa che rimaneva da fare all´indagato De Luca oramai consapevole del calvario che lo avrebbe atteso: la denunzia pubblica e lo scontro frontale con i vertici della Procura della Repubblica di Messina.
Vengono aperti ben quindici procedimenti penali e viene preso di mira anche il profilo professionale di De Luca con la Guardia di Finanza appositamente mandata dai Pubblici Ministeri per mettere a repentaglio oltre 500 posti di lavoro pur di ammazzare De Luca: da Marzo 2012 a dicembre 2015 De Luca subisce le conseguenze delle ire dei Pubblici Ministeri con i 15 procedimenti penali, ad oggi tutti chiusi a suo favore perché il fatto non sussiste, e di verifiche fiscali nella direzione generale della FENAPI ed in oltre 300 sedi della FENAPI in tutta Italia con pedinamenti, verifiche bancarie mensili e controlli ambientali da cui non è emerso nulla di penalmente rilevante per De Luca.

Il 14 giugno 2012 inizia il procedimento innanzi al GUP:De Luca si sottopone ad un lungo interrogatorio da parte dei suoi difensori ma i Pubblici Ministeri non formulano alcuna domanda ed alla conclusione rilascia dichiarazioni spontanee che sono una vera e propria denunzia nei confronti degli Organi Inquirenti del Tribunale di Messina con nomi e cognomi dei capi della confraternita che aveva agito per distruggerlo. Da tali dichiarazioni spontanee si cominciano ad evincere le motivazioni che non avrebbero garantito a De Luca un contesto idoneo per essere giudicato perché il contenute di alcune testimonianze era già stato condizionato dal sistema di potere politico ed affaristico regionale e dalla regia, in quel momento ancora in parte occulta, di un giudice che prestava servizio da oltre quindici anni presso la sezione civile del Tribunale di Messina ed aveva eterodiretto le dichiarazioni dei presunti concussi, suoi clienti, più volte modificate, tragiugno e dicembre 2010, per confezionare il reato di tentata concussione consumato dal De Luca.

Il 27 giugno 2012, ad un anno dall´ingiusto ed illegittimo arresto, De Luca presenta un articolato esposto alla Procura di Reggio Calabria per le falsità ed omissioni consumate dagli Organi Inquirenti della Procura di Messina: tale denunzia è stata successivamente trasferita alla Procura di Catanzaro perché uno dei Pubblici Ministeri che si era occupato del procedimento inerente i lavori di metanizzazione era stato nel contempo trasferito a Reggio Calabria. Il procedimento penale aperto a seguito della denunzia di De Luca ed è tutt´ora pendente.

Tale procedimento penale è stato aperto principalmente perché uno dei Pubblici aveva disposto, a luglio del 2011, l´occultamento di oltre cinquanta dichiarazioni a discolpa di De Luca, disponendo per la relativa non verbalizzazione, per come si evince dalla testimonianza del 25 dicembre 2011 e del 30 dicembre 2011 dell´allora Comandante della Caserma del Carabinieri di Fiumedinisi a sua volta messo sotto inchiesta, su probabile iniziativa dello stesso Pubblico Ministero, per come dallo stesso Militare comunicato nell´udienza del 08.03.2016 avvalendosi della facoltà di non rispondere

Il 16 luglio 2016, l´On. De Luca, avendo ormai capito che sarebbe stato rinviato a giudizio, di dimette dal Parlamento Siciliano per potersi occupare a tempo pieno del suo lavoro e dei suoi processi.

Il 20 luglio 2012 il GUP rinvia a giudizio De Luca e gli altri con una motivazione che conferma la tecnica della supercazzola che continua ad autoriprodursi: "Premesso che il giudice dell´udienza preliminare ha il potere di pronunziare sentenza di non luogo a procedere non quando effettui un giudizio prognostico in esito al quale pervenga ad una valutazione di innocenza dell´imputato, bensì solo nel caso in cui non esista una prevedibile possibilità che il dibattimento possa condurre ad una diversa soluzione

Ritenuto che in detta ottica prognostica-avuto riguardo alla potenzialità espansiva degli elementi acquisiti al compendio-non risulta in questa sede formulabile una valutazione di insostenibilità dell´accusa in giudizio in relazione ad alcune delle fattispecie delittuose in contestazione in ordine ad alcuna delle posizioni processuali in esame;
Ritenuto, conseguentemente, che non ricorrono le condizioni per il proscioglimento ex articolo 425 CPP;
PQ M
Dispone il rinvio a giudizio di De Luca ecc......"


Nel frattempo gli originari condizionamenti ambientali che aveva indotto alcuni testimoni a dichiarare il falso continuano a permanere durante il dibattimento con i Pubblici Ministeri ormai concentrati nel far ripetere pedissequamente ai loro testimoni quanto acquisito durante le indagini preliminari svestendosi di quel ruolo di terzietà imposto per la ricerca della verità essendo ormai protesi esclusivamente a condizionare tutte le parti processuali pur di ottenere la condanna di De Luca ed evitare la reazione dello stesso De Luca per l´ingiusto arresto e per il calvario giudiziario che ha dovuto subire per essersi permesso di rivendicare giustizia.

I Pubblici Ministeri hanno avuto paura di confrontarsi con De Luca: non solo durante il dibattimento rinunciano all´esame dell´imputato De Luca il che la dice lunga sulla serietà delle loro verità accusatorie ma rinunciano anche al controesame dopo che il 18 luglio 2016 lo stesso De Luca si è sottoposto ad oltre quattro ore di interrogatorio della sua difesa.

Né le parti civili né la Pubblica Accusa durante il dibattimento hanno formulato domande a De Luca: tanto il risultato del processo, ovviamente di condanna, era ormai in tasca perché i condizionamenti erano andati tutti a buon fine e non era opportuno confrontarsi con De Luca che aveva già fatto saltare tutte le falsità accusatorie con l´interrogatorio del 30 novembre 2011.

Nella relazione conclusiva del 17 ottobre 2016 il disegno dei Pubblici Ministeri viene ufficializzato: viene chiesta l´assoluzione per insufficienza di prove per un imputato che ha rinunciato ad essere esaminato in dibattimento e la prescrizione per alcuni capi di imputazione che riguardavano anche un altro imputato che aveva rinunciato ad essere esaminato in dibattimento. Il salva condotto della Pubblica Accusa viene servito per evitare ai due test chiave di poter confermare l´inconsistenza dell´accusa di tentativo di concussione nei confronti di De Luca e di poter confermare la consumazione di numerosi tentativi di estorsione a danno di De Luca dei quali è stato in gran parte artefice l´ex giudice della sezione civile del Tribunale di Messina.

Ma i Pubblici Ministeri avevano fatto i conti senza l´oste! Infatti:
il 17 novembre 2016 è stata depositata la memoria difensiva conclusiva dell´ imputato De Lucanella quale sono state ribadite, in oltre 2000 pagine, le anomalie procedurali e l´illecito comportamento dei Pubblici Ministeri finalizzato, tra l´altro, ad orientare il comportamento anche dei due coimputati principali utili, si ribadisce, a far cadere l´accusa di tentata concussione ascritta a De Luca e per i quali nella memoria conclusiva del 18 ottobre 2016 la Pubblica Accusa ha chiesto il non luogo a procedere per insufficienza di prove, per uno, ed ha sollevato la prescrizione del reato, per l´altro, avendo entrambi i coimputati rinunciato ad essere esaminati in dibattimento;
il 25 novembre 2016 è stata consegnata al Collegio Giudicante dalla difesa di De Luca una articolata denunzia riguardante la consumazione del reato di tentata estorsione e falsa testimonianza di numerosi testimoni dell´accusa in aggiunta ai predetti due coimputati utilizzati e condizionati dalla Pubblica Accusa nel pervicace tentativo di far condannare l´esponente reo di aver più volte denunziato anche il comportamento illecito dei Pubblici Ministeri.

Nel predetto materiale erano allegate anche le intercettazioni ambientali difensive che riguardavano le dichiarazioni dei due coimputati costretti a non deporre in cambio dell´assoluzione: la difesa di De Luca aveva ben capito quale sarebbe stata la mossa scorretta dei Pubblici Ministeri ed ha raccolto in tempi non sospetti le dichiarazioni dei due coimputati facendoli certificare al medesimo perito fonico convenzionato con il Tribunale di Messina.

Il 7 dicembre 2016, per come era prevedibile, salta il banco ed i Pubblici Ministeri non si presentano in aula preferendo gironzolare tra i corridoi attigui agli uffici del Collegio Giudicante ma erano formalmente assenti dall´aula (sic !).
Nell´udienza del 7 dicembre 2016 infatti, abbiamo dovuto assistere al rinvio al 7 febbraio 2017 con l´ennesimo colpo di teatro di un Tribunale come quello di Messina ulteriormente influenzato dalle iniziative della Pubblica Accusa già evidenziatesi con le strane posizioni assunte con la memoria depositata dai PM del 18 ottobre 2016. Ufficialmente l´udienza viene rinviata per un improvviso malore del difensore del coimputato che aveva ottenuto il passa condotto dai Pubblici Ministeri (sic!) ed ottenendo quindi un differimento al 7 febbraio 2016, sostenuto anche dalla difesa di De Luca messa con le spalle al muro dal callido tentativo di farla comunque intervenire il 7 dicembre 2016 con la discussione conclusiva e differendo al 7 febbraio 2017 la discussione conclusiva dell´avvocato malato e l´emissione della sentenza. E´ ovvio che tale vicenda non è altro che l´asseverazione conclusiva di un condizionamento ambientale sulle parti processuali: il certificato medico dell´avvocato improvvisamente malato infatti non indicava il grado e la gravità della asserita febbre ed inoltre, i corridoi del Tribunale di Messina dicono (ma ciò va riscontrato ) che uno dei Pubblici Ministeri, prima, abbia svolto praticantato presso lo studio dell´avvocato improvvisamente malato ed il figlio dell´ispettore della Polizia Giudiziaria, autore della relazione di indagine falsa e tendenziosa, dopo, abbiamo pure svolto il praticantato forense presso lo studio dell´avvocato malato. A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si azzecca!

Dopo oltre cinque anni di calvario giudiziario ci siamo stancati!
Tutti i capi di imputazione che riguardano il processo a De Luca sono stati fatti prescrivere con i tempi dettati dal Tribunale di Messina tranne uno che è quello utilizzato dai Pubblici Ministeri per il salva condotto ad uno dei coimputati: ma De Luca non è interessato alla prescrizione vuole GIUSTIZIA!

PER TALE MOTIVO IN DATA ODIERNA E´ STATA PRESENTATA UNA ULTERIORE DENUNZIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI REGGIO CALABRIA NEI CONFRONTI DI 31 PERSONE PER I REATI DI: CALUNNIA – FALSA TESTIMONIANZA – TENTATA ESTORSIONE – ABUSO DI POTERE – FALSO, OMISSIONE ED OCCULTAMENTO DI PROVE IN ATTI GIUDIZIARI. SI TRATTA DI TUTTI I CALUNNIATORI DI DE LUCA, DEI LORO FIANCHEGGIATORI E DEGLI ORGANI INQUIRENTI DEL TRIBUNALE DI MESSINA TITOLARI DEL PROCEDIMENTO PENALE 4700/2009.

OVVIAMENTE SI PROCEDERA´ ANCHE PER LE VIE GERARCHICHE CHIEDENDO AL MINISTERO DI GIUSTIZIA L´INVIO DI APPOSITI ISPETTORI PER ACCERTARE L´ESISTENZA DEL VERMINAIO DENUNZIATO E CHE RIGUARDA PER FORTUNA UNA MINIMA PARTE DEL TRIBUNALE DI MESSINA.


LA CONFRATERNITA BICEFALA CHE HA CALUNNIATO DE LUCA FACENDOLO ARRESTARE E´ STATA BEN INDIVIDUATA E DENUNZIATA MENTRE GLI ORGANI INQUIRENTI CHE HANNO ACCONSENTITO CHE SI GENERASSE QUESTO CALVARIO GIUDIZIARIO DEVONO ORA FARE UN PASSO INDIETRO E SPIEGARE IL PERCHE´ SI SONO MACCHIATI DI QUEI REATI PIU´ VOLTE DENUNZIATI DA DE LUCA.

IN CONCLUSIONE: QUESTA VOLTA ABBIAMO EVITATO CHE LA SUPERCAZZOLA SI AUTORIPRODUCESSE NELLA SENTENZA DI CONDANNA!