Il santateresino Santi Scarcella, maestro di " Ciuri Ciuri Jazz " e "Swing Siciliano" alla riscoperta di nuove musiche.

09-09-2016 03:53 -

Cosa succede se i colori della musica afro-americana incontrano quelli della tradizione siciliana? A porsi questa domanda, facendone una sua propria cifra stilistica, è stato Santi Scarcella: pianista, compositore e cantante nato a Santa Teresa di Riva e oggi apprezzato artista in Italia e fuori d´Italia.

Le sue opere "Giuri ciurijazz" e "Swing siciliano" sono studiate come esempio riuscito di contaminazione e i suoi concerti riscuotono sempre più consensi. Benché abbia cominciato a suonare da bambino, Scarcella ha conseguito prima una laurea in economia a Messina, poi ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua grande passione. «I numeri non mi divertivano come le note - racconta -; così, alla fine degli anni Novanta, pensai di approfondire le mie ricerche nel mondo della musica».

Conseguito un primo diploma al conservatorio "Torrefranca" di Vibo Valentia e un secondo a Milano sotto la guida del maestro Enrico Intra, il musicista si è laureato injazz presso il conservatorio "Santa Cecilia" a Roma, presentando una singolare tesi, intitolata "Ciuri ciurijazz", poi diventata una vera e propria opera.

«Ho indagato a fondo il rapporto che lega la nostra musica al jazz, facendo accurate ricerche storiche e filologiche; poi, però, sono andato oltre componendo brani inediti che costituiscono l´ossatura del progetto».

FU rouge dell´opera di Scarcella è la vita di Nick La Rocca, figlio di un ciabattino siciliano emigrato da Salaparuta a New Orleans ai tempi in cui l´America, in seguito all´acquisizione della Louisiana dai francesi, regalava la terra ai contadini purché fossero disposti a coltivarla. La Rocca e la sua "Originai Dixieland Jazz Band" furono tra i pionieri di questa musica e incisero nel febbraio 1917 il primo disco jazz della storia, "Livery Stable Blues", che nel giro di pochi mesi arrivò a vendere un milione e mezzo di copie.

«A un certo punto della mia opera, presa cognizione delle origini della musica che lui stesso suona, Nick si domanda se essa non vada più «Sono sempre di più i musicisti americani in cerca delle loro radici: Joe Lovano ha suonato nella banda di Aleara» correttamente presentata come "Ciuri ciuri jazz"».

Quella di La Rocca (raccontata, peraltro, anche nel docu-film di Renzo Arbore "Da Palermo a New Orleans... e fu subito jazz")è considerata oggi un po´ una storia simbolo del rapporto tra emigrazione e jazz, ma forse se ne potrebbero raccontare altre. Del resto, in un ambiente organizzato in "ghetti", è molto probabile che la condivisione di spazi avesse portato a un mutuo scambio culturale nel quale gli emigrati italiani (spesso siciliani), forti delle loro esperienze bandistiche, insegnavano agli afro-americani a leggere e a scrivere musica.

«Sono sempre di più - spiega Scarcella - i grandi jazzisti americani che intraprendono viaggi alla ricerca delle loro origini. È il caso recente (narrato da un reportage del nostro giornale, ndr) di Joe Lovano, che si è recato ad Aleara Li Fusi per suonare con la banda del paese, ma di esempi si potrebbero farne altri: la madre di Chick Corea, ad esempio, è messinese e Frank Zappa era originario di Partinico».

Le partiture di Scarcella - caratterizzate dall´uso di strumenti come la zampogna, ´ufriscalettu o il marranzano - sono diventate oggetto di studio al conservatorio di Messina e vengono proposte dall´autore in concerti con le più svariate formazioni. 11 pianista si è esibito in contesti prestigiosi come il "Blue Note" di Milano affiancato da grandi musicisti e, dopo "Ciuri ciuri jazz", ha realizzato altri progettii, come "Swing siciliano", ma anche poliedriche incursioni in mondi musicali apparentemente lontani. È il caso di "Sacra in Jazz", una rilettura dei più celebri canti liturgici in chiave jazz che il pianista ha proposto in Vaticano. «Siamo legati alle etichette - dice-, ma credo che tutto sia possibile.

La musica si divide in due categorie: quella che arriva e quella che non arriva. Per quest´ultima non ci sono regole, bisogna solo condividerla».


di GIORGIO ROMEO - La Sicilia