Savoca: l’Associazione “Penelope” ha presentato il progetto “Tao Social Market”

13-02-2016 20:27 -

Il Ministero dell’Ambiente, attraverso voce del suo ministro Gian Luca Galletti, agli organi di stampa ha dichiarato che l’Italia produce annualmente “circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari tra settore primario, trasformazione, distribuzione, ristorazione e consumo. Gettiamo via 5,1 milioni di tonnellate di cibo”. Se questi numeri sono impressionanti, non di meno sono quelli dei costi economici, che lo stesso ministro Galletti, nell’ottobre scorso, afferma siano “spaventosi: parliamo di 12,6 miliardi di euro l’anno, una cifra enorme se contrapposta al milione e mezzo di famiglie che oggi sono in situazione di povertà assoluta nel nostro Paese”.

La Legge di Stabilità in tema di contrasto allo spreco alimentare, secondo il ministro, porterebbe ad un’agevolazione, fiscale e procedurale, che facilita la cessione di cibo invenduto nei supermercati. Eco gli fa anche la dichiarazione del ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, il quale si riferisce al Piano “Spreco Zero” e alle linee guide presenti nella Carta di Milano Expo2015.

Limitare gli sprechi alimentari, abbattere i costi economici che ne derivano, contrastare lo stato di disagio e di povertà in cui tante famiglie si trovano in seguito agli effetti della crisi economica di questi anni è “oggi una delle più urgenti necessità” (citando ancora Galletti), per cui si rende necessario incoraggiare “la donazione dei cibi invenduti, nei supermercati ma ancora commestibili a enti di beneficenza e persone in difficoltà”.

Si inquadra in quest’ottica la promozione di “Tao Social Market” per il recupero delle eccedenze alimentari e di prodotti non più commerciabili e la loro distribuzione gratuita a famiglie in condizione di povertà estrema e/o a mense sociali che si occupano di loro.

Il progetto, promosso dall’Associazione “Penelope”, finanziato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile nell´ambito dell´avviso "Giovani per il sociale", vede la sinergica collaborazione con la Cooperativa sociale “Cuore Matto” e il Comitato Ionico Beni Comuni ed è stato presentato a Savoca presso il Centro Filarmonico alla presenza delle autorità cittadine e dei cittadini presenti al convegno.

L’intento è quello di realizzare nel territorio che ricade tra le Valli dell’Alcantara e dell’Agrò, il Comprensorio di Taormina e il Parco dei Nebrodi, un servizio di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari commestibili sia per i soggetti che vivono in uno stato di povertà e di disagio socio-economico sia per le ‘mense sociali’ presenti sul territorio. Nei Comuni di Savoca, Graniti, Francavilla di Sicilia, Moio Alcantara e Cesarò il progetto è già attivo, mentre a Gaggi, dove il progetto è stato presentato, si sta predisponendo l’apertura di un ‘locale sociale’ dove le eccedenze alimentari potranno giungere e essere poi affidate gratuitamente alle famiglie più bisognose.

“Stiamo affittando un locale nel Comune di Gaggi – ha dichiarato Giuseppe Bucalo, Presidente dell’Associazione “Penelope” – per far capire agli Enti locali come si può fare contrasto alla povertà e portare beneficio ai bisognosi in modo alternativo e continuativo. Il nostro intento – continua Bucalo - è quello di far riflettere le amministrazioni locali su come intervenire in modo tangibile, al di là dell’aiuto economico che spesso gli enti riescono a dare a poche famiglie svantaggiate che non soddisfa appieno i bisogni e non toglie le criticità che queste famiglie vivono nel quotidiano”.

Della serie: pochi danari annui non tolgono la fame tutto l’anno.

Al convegno si è sottolineato il triplice aspetto meritorio che questo progetto ha in dote.
Si mira al recupero delle eccedenze alimentari contro lo spreco, ci s’impegna contro la povertà sociale assumendo ‘giovani under 36’ aventi situazioni di disagio e svantaggio, soggetti che potranno reinserirsi nel mondo lavoro, infine, s’individuano quelle che sono le linee guida per contrastare lo spreco economico delle aziende ‘donando cibo alimentare in eccedenza alle associazioni e/o mense sociali beneficiarie riducendo l’aspetto dello smaltimento dei rifiuti cittadini e gli sgravi fiscali.

Concetta Restuccia, presidente della Cooperativa Sociale “Cuore Matto” si è detta “ben lieta di aderire al progetto. Abbiamo già individuato dieci soggetti vulnerabili, in gravoso stato di svantaggio economico e gli abbiamo dato una possibilità, concreta, di lavorare con un contratto siglato lo scorso primo febbraio che scadrà il prossimo 28 febbraio 2017. Questi ragazzi saranno assistiti e coadiuvati dall’Associazione Penelope e saranno affiancati da tutor individuati dall’associazione stessa. Tra i ragazzi neo assunti c’è molto entusiasmo e molti di loro sono alla prima esperienza lavorativa – ha dichiarato la dott. sa Restuccia – noi speriamo che il Tao Social Market dia risposte immediate e concrete ai bisogni delle famiglie svantaggiate, attraverso la consegna degli alimenti ‘donati’ e l’inserimento nel mondo del lavoro. Diventi un’opera stabile nel tempo e nei comuni dove sta partendo il progetto. Diventi – conclude la responsabile di “Cuore Matto” – leva e possibilità di svolta per tanti altri giovani in disagio e le amministrazioni possano contribuire mantenendo attivo questo servizio sociale, individuando in questa forma di intervento sociale un aiuto che risponda realmente alle esigenze di chi ne usufruisce.”

Nel suo intervento al convegno, Salvuccio Irrera del Comitato Jonico dei “Beni Comuni” ha ricordato come il comitato si è costituito, sottolineando così gli aspetti fondanti che rivolgono l’attenzione all’ambiente e la sua tutela. “Il nostro compito è quello di rendere più fluido il progetto mettendoci al servizio sì delle amministrazioni locali, aventi il polso del territorio, e delle aziende ‘donatrici’ nell’individuazione e perseguimento delle linee tecniche per il riciclo e utilizzo del compostaggio a difesa dell’ambiente e degli sgravi fiscali per quelle imprese che abbracceranno il progetto, dando così il nostro supporto alle politiche sociali, incentivandole.”

Plauso dei partecipanti alla prima ditta ‘donatrice’ nel territorio della Valle D’Agrò. Pur non essendo presente il titolare Domenico Saglimbeni, i suoi saluti sono stati posti da Antonella Casablanca che ha anche annunciato che “sono state individuate quattro famiglie bisognose che beneficeranno del servizio sociale, rendendo operativo il progetto da poco nato.”

Il convegno ha registrato una nota positiva nell’interesse di chi ha preso parte al progetto aderendovi, ma c’è anche la nota stonata da pubblicare: l’assenza delle autorità locali. Pur essendo inviato l’invito agli enti locali ricadenti nella Valle D’Agrò, pochi amministratori hanno presenziato, al di fuori di Savoca, Roccafiorita e S. Alessio Siculo. Chi sperava in un dibattito più sociale e partecipativo è stato deluso dall’assenza (rumorosa) di tanti amministratori, forse che gli impegni pre-campagna, per alcuni, o di ordinaria gestione, per altri, siano più gravosi di porsi a risolvere disagi per tante famiglie bisognose? Forse che la coscienza e l’intervento si esaurisca con l’”una tantum” che si riesce ad elargire annualmente a pochi, una volta individuato un fondo a cui far cassa? Forse!

L’Assessore Maria Carmela Miuccio, prima, e il Sindaco di Savoca, Antonino Bartolotta hanno sottolineato l’importanza e la valenza sociale di tale progetto e si son detti ben felici di avervi aderito fin da subito “poiché è dovere di ogni amministrazione – ha dichiarato Bartolotta - dotarsi di ogni strumento utile per la lotta alla povertà e al fenomeno della disoccupazione giovanile”.

Sulla stessa linea l’intervento dell’Assessore di S. Alessio, Antonella Papa, che ha menzionato come la sua cittadina sia già operativa verso altre forme di solidarietà sociale contro gli effetti della crisi economica e non verrà meno a collaborare con le associazioni promotrici del progetto. “Appoggio e partecipazione verrà data anche da Roccafiorita – ha affermato l’Assessore ai Servizi Sociali, Nunziella Mazzullo – che pur essendo un piccolo comune avverte la morsa dei disagi economici e le necessità di alcune famiglie bisognose”.

Si è convenuti, a fine lavori, che il vasto territorio urge di politiche sociali etiche che incidano positivamente sui bisogni reali delle numerose famiglie aventi svantaggi e disagi nelle comunità dove vivono, sia per assenza di lavoro sia per adeguati piani di servizi. E’ necessario creare una banca dati dei soggetti che vivono in stato di povertà estrema, per riuscire a dare equo aiuto sociale, evitando di sprecare i pochi fondi che si mettono a disposizione, imparando a “ridurre il danno” come ricorda spesso il presidente dell’Associazione “Penelope”, Giuseppe Bucalo.

Per il momento questo ‘danno sociale’ viene ridotto grazie agli interventi del volontariato e delle associazioni che spesso suppliscono le carenze degli enti locali, si lavora per un cambio di mentalità collettiva e amministrativa nel dare aiuti concreti ai soggetti aventi diritto.


Fonte: di Rosa Salsa