Corruzione: I voti più bassi alla Messina di Accorintì il sindaco "puro" bocciato in trasparenza.

10-02-2016 19:31 -

MESSINA. Bocciata sulla corruzione. Lì dove avrebbe dovuto essere più trionfante, viste le tante battaglie del sindaco di Messina. Quel Renato Accorinti che a sorpresa stravinse le elezioni senza soldi e senza parentele di partito ma col solo potere della purezza politica. Eppure ieri la batosta per il sindaco filotibetano è arrivata dalle norme imposte da Cantone sulla prevenzione alla corruzione nelle pubbliche amministrazioni.

Maglia nera per Messina, inadempiente prima di tutto perché sbaglia a inserire il rapporto annuale sulla piattaforma resa disponibile dall´Anac, inse rendolo m pdf, rendendo di fatto il rapporto nullo. Un segnale di «una pubblica amministrazione distratta, non adeguatemente sensibilizzata al valore del corretto adempimento delle prescrizioni in materia di anticorruzione»: questo si legge nel rapporto di "Civico97", un sodalizio di giovani ricercatori che ha monitorato tutti i rapporti consegnati all´agenzia guidata da Cantone da 114 Comuni italiani.

Un colpo al cuore dell´immagine del sindaco scalzo. E non è la prima volta che propria la giunta più "pura" della storia della città dello Stretto riceve rimbrotti sulla legalità, fl prefetto di Messina aveva già ripreso il sindaco per non avere attivato i "protocolli Dalla Chiesa" sulla trasparenza e la legalità per appalti e opere pubbliche.

Ma Accorinti si era difeso chiamando in causa una mancata comunicazione amministrativa e ribadendo: «La lotta all´illegalità è una priorità per questa amminstrazione». Una priorità ora messa in dubbio dal report sulle norme anticorruzione che bacchetta Messina pure per non aver attivato la formazione necessaria per i dipendenti e l´attivazione del codice di comportamento «aggiornato ma non approvato».

E se da un lato l´amministrazione Accorinti mostra disattenzione, gli altri punti sono il frutto di un problema ben più sostanzioso, la situazione di pre-dissesto del Comune, aggravata dalla mancata approvazione del bilancio previsionale 2015: «Abbiamo però trasmesso note e circolari che avevano valore formativo — spiega il segretario generale Antonio Le Donne — riguardo al pdf dovrò verificare. È un paradosso, tuttavia, perché si devono ad Accorinti molte delle ultime inchieste giudiziarie, ed è innegabile la sua collaborazione con i magistrati». Ma è il dissesto «il nodo centrale», secondo Gino Sturniolo, consigliere comunale eletto nella lista del sindaco, storico compagno di battaglie di Accorinti, adesso suo avversario politico, già passato al gruppo misto un anno dopo l´elezione del giugno 2013.

L´idillio tra la città e il sindaco è finito da un pezzo, ben prima della grave crisi idrica sofferta a novembre dalla città. «Troppi errori e tante promesse disattese da chi fu presentato come il "Balotelli dell´amministrazione"», commenta Santino Morabito, presidente del V quartiere, uno dei più colpiti dal disastro idrico. Il Balotelli in questione? Il segretario generale e city manager Le Donne, che ricopre due cariche al costo di circa 200 mila euro l´anno lordi, e un´ampia possibilità di gestione: «Sotto Dio c´è lui», ironizza Sturniolo.

Ma ci voleva un miracolo: «II 17 ottobre 2013, data del mio arrivo, questo Comune era clínicamente morto — spiega Le Donne— non era in grado di pagare nessuno, per la formazione di 1.700 dipendenti avevo 2.500 euro a disposizione. I fornitori venivano pagati dopo mesi di richieste. Siamo ancora in convalescenza, è chiaro che modernizzare l´amministrazione non è opera che possa riuscire in tempi brevi. All´epoca del mio arrivo dissi al sindaco che mi servivano almeno tré anni: nel prossimo ottobre sono sicuro che potrò dar conto alla città degli enormi risultati raggiunti.


Di Manuela Modica - Repubblica di Palermo.