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Taormina e il G7: Vertice in arrivo tra delusioni e molte speranze. Per i commerciati e albergatori: occasione unica.

17-04-2017 11:17 - TAORMINA
II G7, il G7, il G7. La Perla dello Jonio vive ormai da mesi sospesa nel Pensiero Unico: l´appuntamento del 26 e 27 maggio con i Grandi della Terra. Tutti a Taormina. Il presidente statunitense Donald Trump e la «Bundeskanzlerin» tedesca Angela Merkel, i premier di Canada, Regno Unito e Giappone Justin Trudeau, Theresa May e Shinzo Abe insieme con il «padrone di casa» Paolo Gentiloni e il nuovo capo di Stato francese, chiunque sarà, che verrà eletto nel doppio turno del 23 aprile e 7 maggio. Al tavolo pure i presidenti di Commissione Europea e Consiglio Europeo, JeanClaude Juncker e Donald Tusk.

Intanto, i giostrai di porta Catania Ermando Bellucci e Monia Frau hanno già ricevuto un preavviso di sfratto dal piazzale del parcheggio di Porta Catania: «Altra mazzata, dopo un inverno senza incassi. Dal primo maggio qui arriveranno i militari. Speriamo solo che non ci costringano a smontare tutto». I quarantuno tassisti di Taormina, invece, aspettano ancora istruzioni per l´uso: «Ci dicano almeno dove andare!», esclama Salvatore Gullotta.

Tutti a Taormina, tranne uno. Il «convitato di pietra» Vladimir Putin. Il G8, che si era riunito per la prima volta nel 1998, è «venuto a mancare» nel 2014 a causa della guerra ucraina e molti nella piccola capitale turistica della Trinacria lo rimpiangono. O, almeno, rimpiangono i russi: «II 40 per cento in meno rispetto a pochi anni fa, ospiti che spendevano decisamente...», sospirano Italo Mennella e Franco Parisi, presidenti delle associazioni taorminesi degli albergatori e dei commercianti.

Il vicepresidente nazionale di Federalberghi Nico Torrisi, già assessore ai Trasporti in uno dei governi Crocetta, spiega: «II taglio dei visti deciso da Mosca in risposta alle sanzioni europee ha provocato un drastico ridimensionamento degli arrivi da quella nazione, intanto la svalutazione del rublo ha imposto una corposa spending-review ai turisti russi». «Qualcosa, comunque, sta tornando a muoversi e lo dimostrano i nuovi collegamenti diretti con la Russia operati dallo scalo di Catania», aggiunge Torrisi che è amministratore delegato della Sac, la società di gestione dell´aeroporto Fontanarossa. Il Palazzo incompiuto.

Italo MenellaBando alle nostalgie. Italo Mennella preferisce parlare di ciò che è: «Noi stiamo facendo sacrifici, perché le stanze delle nostre strutture dovranno restare vuote per ragioni di sicurezza dal 21 maggio alla mattina del 25 quando arriveranno le delegazioni ospiti. Non sappiamo ancora quanti saranno, quante stanze occuperanno. Maggio e settembre sono per noi mesi di altissima stagione e in questi due mesi arrivano i clienti migliori. Ad ogni modo, lavoreremo tutti. Anche le strutture più piccole, pure i B&B, che si trovano fuori dalla zona rossa.

Siamo, invece, decisamente più preoccupati - sottolinea Mennella - per i ritardi nella realizzazione delle opere previste in città. Il PalaCongressi, innanzitutto. Avrà l´agibilità provvisoria, avevano promesso un impianto finalmente a norma. Sarebbe servito per proporre eventi nel periodo invernale, in modo da realizzare la tanto auspicata destagionalizzazione dell´offerta». Qualcosa, comunque, rimarrà: «Nella Villa comunale sarà sistemata la frana e al Teatro Antico stanno realizzando interventi che aspettavamo da decenni», dice il presidente degli albergatori.

Il sindaco Eligio Giardina ostenta fiducia sul PalaCongressi: «Tutta una questione di antincendio. Sono certo che la risolveremo, dopo il G7». Il pastìccio degli eliporti. L´attcrraggio di Donald Trump sul suolo taorminese è certamente il più atteso. Sarà per via del suo fascino rude. Pare che arriverà da Sigonella, dove è previsto l´approdo dell´Air Force One. Proseguirà in elicottero, ma non si sa verso quale eliporto. Due quelli in corso di realizzazione e non è detto che «resisteranno», quando i Grandi saranno andati via.

Eligio GiardinaLa pista piccola è a ridosso della piscina comunale e del centro abitato: tra polemiche e ricorsi, tutti sembrano ora pronti a sopportarla ma soltanto per i pochi giorni necessari all´evento. Non dopo. La pista grande sta per essere ultimata, ma su un terreno requisito per due mesi. Poi, tornerà ai proprietari che decideranno cosa fare «in casa propria». I lavori promessi.

«Quattordicimilioni settecentomila euro», o forse più, era la cifra messa in conto per le opere necessarie a un summit capace di lasciare traccia di sé anche nelle infrastnitture. Per rendersi conto della distanza tra fatti e illusioni, bastano i chilometri di sobbalzi e restringimenti di carreggiata «offerti» dalla strada - asfaltata in tutta fretta e ancora senza segnaletica - che dal casello autostradale conduce a Taormina. O le tortuose vie che dalle elipiste raggiungono il centro.

Il primo cittadino, che di professione fa il medico, consiglia di concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno: «I lavori sono tutti iniziati e sono certo che saranno completati nei tempi giusti. Si stanno recuperando i forti ritardi che io, avendo il polso della situazione, avevo segnalato. Capisco anche il disagio dei miei cittadini, ma prevedo la presenza di almeno 10 mila persone e l´indotto sarà notevole. Insomma, ben venga qualche criticità oggi se si trasformerà domani in un beneficio moltiplicato per cento. La pubblicità è necessaria per chiunque. Pure per una bella donna, come Taormina!».

Lo shopping dei potenti. Porta Catania e Porta Messina sono già presidiate dai militari, così come la Cattedrale e la passeggiata di corso Umberto. Dal 20 maggio, però, Taormina sarà off-limits. Blindata. Si temono assalti «black-bloc» - come nel 2015 in Germania, malgrado la riunione si tenesse oltre quota mille sui monti Wetterstein - e visite di figliocci del Califfo. Cittadina chiusa ai comuni mortali. Anche i giornalisti dovranno accontentarsi della vicina Giardini-Naxos. Corso Umberto, la strada principale della Rocca più fotografata di Sicilia, sarà come sempre illuminato da insegne e vetrine dei suoi negozi alla moda. Resteranno aperti, aspettando le capaci tasche degli «eletti» a spasso nelle pause del vertice.

Franco Parisi e il figlio Pancrazio già sognano di ospitare nel proprio negozio di accessori la «first lady» Melania Knauss Trump: «Abbiamo giusto per lei una borsa Dolce&Gabbana con i colori della nostra Sicilia. Non costa neppure troppo, 1950 euro. Gli extraeuropei, poi, acquistano tax-free e per il periodo del G7 avranno un ufficio a Taormina dove farsi rimborsare l´Iva. Se ce lo lasciassero anche dopo...».

Fonte: Giornale di Sicilia - Gerardo Marrone.
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