Ricerca siciliana rende frutta e verdura fresche 15 giorni in più.
12-06-2015 01:11 - FOOD & WINE NEWS
C´è un formaggio che fa bene anche a chi ha problemi di colesterolo. E ci sono dei funghi che nascono dai fondi di caffè, ma puoi condirci lo stesso la pasta. Coldiretti è andata a cercare le aziende che puntano sull´innovazione green e le ha messe in mostra nel suo padiglione all´Expo di Milano. Il pecorino anti-colesterolo viene prodotto in Toscana, nel caseificio di Carlo Santarelli, a Manciano (Grosseto), ed è nato grazie a una ricerca delle Università di Pisa e Cagliari.
Se si modificano le abitudini alimentari delle greggi si modifica il latte e, quindi, il formaggio. I ricercatori hanno così formulato un mangime sperimentale con semi di lino estrusi, che sono una fonte naturale di acidi grassi Omega-3 e di Cla, che agisce come antiossidante e contrasta l´azione dei radicali liberi. Il latte prodotto è di qualità e fa sì che migliori la componente chimico-nutrizionale del formaggio, senza alterarne il sapore.
C´è poi chi condisce la pasta con i funghi nati dai fondi di caffè. È Daniele Gioia che, in Basilicata, ha messo su una piccola impresa. «Il processo produttivo è piuttosto semplice: convenzioniamo i bar, loro si impegnano a mantenerci pulito il fondo di caffè e noi ci impegniamo a recuperarlo. Portiamo tutto nel nostro stabilimento, dove imbustiamo il caffè seminandolo con il micelio dei funghi. Il risultato sono molte varietà di Pleurotus Eryngii, il cosiddetto cardoncello».
E poi c´è chi è andato parecchio indietro nel tempo. Un giovane imprenditore agricolo, Mattia Pierleoni, nel suo agriturismo, nel Pesarese, assieme alla famiglia alleva maiali e produce miele. Prendendo spunto da un´antica ricetta medievale, ha trasformato la cera prodotta dagli alveari in un rivestimento naturale per proteggere i salumi. Si evita così l´utilizzo di cellophane e altri materiali plastici.
Un´altra innovazione è il progetto "Shelf-life", presentato al dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell´università di Catania, che permette di prolungare fino a quindici giorni in più la durata di frutta e verdura fresche grazie a procedure di coltivazione speciali e sistemi di conservazione e packaging innovativi. La ricerca, costata circa 5.872.000 euro, è stata finanziata dal Miur per oltre 4.298.000 euro e tra i partner co-finanziatori del progetto ci sono aziende siciliane private. «Allungare la vita sugli scaffali degli alimenti per i consumatori è indice di sicurezza alimentare e salubrità - spiega Concetto Puglisi, responsabile del progetto e della sezione etnea dell´Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali del Cnr - una vita sullo scaffale di 7 giorni permette di vendere un alimento in ambito provinciale e al massimo regionale; una "shelf-life" di 15 o 20 giorni consente di esportare ed estendere il mercato anche in ambito extra-regionale».
Secondo l´esperto la ricerca ha consentito anche di «preservare vitamine e antiossidanti utili senza aggiungere zucchero e additivi grazie anche a metodologie di pastorizzazione innovative. Nel caso di ortaggi come patate e carciofi è stato ridotto l´imbrunimento, tipico dei prodotti tagliati, utilizzando sostanze naturali non dannose per la salute dell´uomo». Il progetto ha messo a punto anche dei packaging traspiranti e biodegradabili per il confezionamento di prodotti che prolungano la shelf-life fino a 15 giorni.
La ricerca è un´opportunità di lavoro. «Nell´ambito del progetto - ha detto il professore Cherubino Leonardi - 12 giovani laureati hanno seguito un percorso specialistico per le figure professionali di esperto di materiali polimerici per il packaging agroalimentare, esperto di tecnologie integrate per la produzione e la conservazione dei prodotti agroalimentari, ed esperto di logistica. Ora stanno completando un periodo di stage in alcune delle aziende partner».
Se si modificano le abitudini alimentari delle greggi si modifica il latte e, quindi, il formaggio. I ricercatori hanno così formulato un mangime sperimentale con semi di lino estrusi, che sono una fonte naturale di acidi grassi Omega-3 e di Cla, che agisce come antiossidante e contrasta l´azione dei radicali liberi. Il latte prodotto è di qualità e fa sì che migliori la componente chimico-nutrizionale del formaggio, senza alterarne il sapore.
C´è poi chi condisce la pasta con i funghi nati dai fondi di caffè. È Daniele Gioia che, in Basilicata, ha messo su una piccola impresa. «Il processo produttivo è piuttosto semplice: convenzioniamo i bar, loro si impegnano a mantenerci pulito il fondo di caffè e noi ci impegniamo a recuperarlo. Portiamo tutto nel nostro stabilimento, dove imbustiamo il caffè seminandolo con il micelio dei funghi. Il risultato sono molte varietà di Pleurotus Eryngii, il cosiddetto cardoncello».
E poi c´è chi è andato parecchio indietro nel tempo. Un giovane imprenditore agricolo, Mattia Pierleoni, nel suo agriturismo, nel Pesarese, assieme alla famiglia alleva maiali e produce miele. Prendendo spunto da un´antica ricetta medievale, ha trasformato la cera prodotta dagli alveari in un rivestimento naturale per proteggere i salumi. Si evita così l´utilizzo di cellophane e altri materiali plastici.
Un´altra innovazione è il progetto "Shelf-life", presentato al dipartimento di Agricoltura, alimentazione e ambiente dell´università di Catania, che permette di prolungare fino a quindici giorni in più la durata di frutta e verdura fresche grazie a procedure di coltivazione speciali e sistemi di conservazione e packaging innovativi. La ricerca, costata circa 5.872.000 euro, è stata finanziata dal Miur per oltre 4.298.000 euro e tra i partner co-finanziatori del progetto ci sono aziende siciliane private. «Allungare la vita sugli scaffali degli alimenti per i consumatori è indice di sicurezza alimentare e salubrità - spiega Concetto Puglisi, responsabile del progetto e della sezione etnea dell´Istituto per i polimeri, compositi e biomateriali del Cnr - una vita sullo scaffale di 7 giorni permette di vendere un alimento in ambito provinciale e al massimo regionale; una "shelf-life" di 15 o 20 giorni consente di esportare ed estendere il mercato anche in ambito extra-regionale».
Secondo l´esperto la ricerca ha consentito anche di «preservare vitamine e antiossidanti utili senza aggiungere zucchero e additivi grazie anche a metodologie di pastorizzazione innovative. Nel caso di ortaggi come patate e carciofi è stato ridotto l´imbrunimento, tipico dei prodotti tagliati, utilizzando sostanze naturali non dannose per la salute dell´uomo». Il progetto ha messo a punto anche dei packaging traspiranti e biodegradabili per il confezionamento di prodotti che prolungano la shelf-life fino a 15 giorni.
La ricerca è un´opportunità di lavoro. «Nell´ambito del progetto - ha detto il professore Cherubino Leonardi - 12 giovani laureati hanno seguito un percorso specialistico per le figure professionali di esperto di materiali polimerici per il packaging agroalimentare, esperto di tecnologie integrate per la produzione e la conservazione dei prodotti agroalimentari, ed esperto di logistica. Ora stanno completando un periodo di stage in alcune delle aziende partner».